“Dire di voler uscire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è come dire me ne vado dal contesto europeo, mondiale, mi isolo. Da tempo si sostiene da più parti che da soli non si va da nessuna parte, che ormai le politiche sanitarie si fanno a livello continentale. Oggi o collabori o muori: i mercati sono globali. E anche la salute è un tema globale, come ha dimostrato anche il Covid”. Così Pierino Di Silverio, segretario del sindacato medico Anaao Assomed, ha commentato su Repubblica la proposta della Lega di tagliare i fondi all’Oms.
“Evidentemente la Lega ha problemi con l’Oms – prosegue Di Silverio -. Mi auguro che questa critica alla gestione della pandemia non sia legata all’avversione per i vaccini, che ci hanno salvato. Senza quei medicinali le conseguenze del coronavirus sarebbero state anche peggiori. Essere contro i vaccini vuol dire essere anacronistici, andare contro il progresso scientifico, che è costato non solo tante risorse in termini economici, ma anche umani. Così si va contro la conoscenza”.
La Lega dice che i 100 milioni di euro destinati ogni anno all’Oms andrebbero a medici e nuovi ospedali. “Con 100 milioni non solo non si salva il sistema, ma si dà anche un segnale offensivo alla categoria – dichiara Di Silverio -. Non è certo con un contentino economico, microscopico, che si salva il sistema di cure italiano. Ci vuole ben altro”.
Cosa servirebbe, invece? “Prima di tutto investimenti legislativi – spiega Di Silverio -. Bisogna adeguare le leggi vigenti alla richiesta di cure di una popolazione che in 40 anni è cambiata, diventando più vecchia, mentre è aumentato il progresso farmaceutico e tecnologico sanitario. Ci vuole un nuovo modello di cure, e il Pnrr può essere un importante punto di partenza. Bisogna rendere appetibile la professione. Dopodiché sono necessarie anche più risorse economiche”.
Quanti soldi in più servirebbero, partendo dal presupposto che il Fondo sanitario è 136 miliardi?
“Secondo le ultime stime, che non abbiamo fatto noi, ma l’Ocse, per recuperare il gap di questi ultimi 15-20 anni ci vorrebbero 35 miliardi – continua Di Silverio -. Saremmo pazzi a pretenderli tutti adesso. Ci vorrebbe intanto un segnale economico iniziale per aumentare i compensi dei professionisti, come ha affermato anche il ministro alla Salute, Orazio Schillaci. E poi va programmato un piano Marshall triennale per la sanità. Non chiediamo di arrivare a 35 miliardi di incremento, ma almeno che venga investita una parte importante di quella cifra”.
Dal Governo arrivano segnali contrastanti: Schillaci promette aumenti, ma poi si annunciano tagli alle pensioni, si porta l’età pensionabile a 72 anni, si promettono appena 100 milioni per aiutare la categoria. Di Silverio prende posizione: “Delle due l’una: o qui c’è incapacità di programmare e di portare risorse, oppure, ma non voglio nemmeno pensarlo, c’è proprio un progetto di privatizzazione delle cure pubbliche. Anche l’avversione nei confronti dell’Oms rischia di essere un segnale in tal senso. Per quanto si possa essere in disaccordo su certi passaggi di gestione della pandemia da parte dell’Organizzazione, attaccarla così vuol dire perdere il senso istituzionale mondiale della gestione della salute”.
Redazione InfoNurse
Fonte: Nurse Times
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