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Fials Milano città metropolitana presenta il sondaggio sulla Dad

Fials Milano nelle scorse settimane ha avviato un sondaggio tra i propri iscritti per comprendere meglio in che misura abbia inciso sulle vite dei lavoratori (e dei loro figli) la didattica a distanza

A circa un anno dall’introduzione della Dad e a ridosso degli studi drammatici che registrano un aumento del 30% di tentati suicidi da parte dei giovanissimi (per citarne uno facciamo riferimento a quello pubblicato dall’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma), abbiamo posto ai nostri iscritti poche domande al fine di rappresentarli al meglio, come sempre. 

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Qui vi riportiamo esclusivamente alcuni grafici, cui segue una sintesi relativa all’intero questionario

  • SINTESI:

Dai dati raccolti, registriamo che per il 52,1% degli intervistati la Dad non è uno strumento efficace, mentre per il 15.1% potrebbe esserlo ma se ben organizzata. Tra i quesiti aperti emerge infatti che oltre ai problemi quali l’assenza di socialità e l’impossibilità di far connettere più figli in contemporanea per assenza di mezzi (11%), vi è indubbiamente il fatto che nel caso di classi numerose, composte da venti e più allievi, riuscire a seguire la didattica a distanza con buoni risultati è difficile. 

Nel 18% dei casi la frequenza in Dad non è regolare e oltre il 43,2% degli intervistati non ha usufruito di alcun aiuto messo in campo dal Governo, in molti casi a causa di “troppa burocrazia”. 

Ancora una volta i nonni si rivelano fondamentali: il 31.5% degli intervitati infatti lascia i bambini ai loro, mentre il 39% al convivente/coniuge e il 17,1% alla babysitter. In tanti si vedono però costretti a lasciare i figli da soli per almeno alcune ore della giornata, non avendo alternative fattibili. 

Alla domanda: “quale dovrebbe essere l’alternativa alla Dad?” quasi tutti gli intervistati hanno dichiarato “la riapertura delle scuole”.

  • RISPOSTE APERTE: Proponiamo alcune risposte aperte al questito “Quali difficoltà ha riscontrato con la Dad?”

“Difficoltà di attivazione delle piattaforme e mia arretratezza informatica (i figli sono più bravi e capaci di me con la tecnologia/informatica)”

– “Insegnare a un bimbo di 7 anni ad usare un pc”

– “Il fatto di dover essere presenti sempre per quanto riguarda la DAD del bambino che frequenta scuola elementare. I congedi covid sono stati un buon strumento ma parzialmente efficace e parzialmente capace di coprire tutto il periodo oltre che penalizzante economicamente essendo retribuiti solo al 50%”.

– “Difficoltà di gestione. Figli, lavoro. Assenze, permessi. Con ripercussioni aziendale. Isolamento società dei ragazzi, aumento delle dipendenze virtuali ed alimentare. Per un sanitario non è facilissimo poter prendere questi permessi. Se pensiamo alla grave carenza di infermieri pensare che uno possa staccarsi è un danno importante!!! In questo senso va pensato qualcosa di alternativo per i figli dei sanitari”.
– “Con quarantena o sospensione lezioni improvvise, non avere disponibilità di babysitter al bisogno (hanno paura di contagio). Altro grande problema a reperire una baby sitter. 

  • CONCLUSIONI

Il segretario Mimma Sternativo: “La Dad è stata una risposta quando la pandemia ci ha travolti. Non può più essere una soluzione, non a un anno di distanza e non così strutturata. Danni psicologici importati, regressione nei rapporti sociali, impossibilità di lavorare per troppi professionisti. Bisognava trovare una o più alternative. Inoltre, se parliamo del congedo parentale Covid bisogna sapere che vieni retribuito al 50%, come sengalato anche dagli utenti. Non che sia sbagliato di per sé ma questa decurtazione andrebbe modificata secondo il reddito. Molte persone infatti non hanno richiesto il congedo perché altrimenti non sarebbero arrivate a fine mese, quindi lasciavano a casa figli da soli. La maggior parte di chi ha risposto al sondaggio ha figli in età da elementari, il congedo era garantito fino ai 14 anni del minore, che però rimane minorenne fino ai 18 anni. Si è dato per scontato che i figli adolescenti dei sanitari per circa un anno potessero stare da soli in casa intere giornate. Questo apre un divario sociale enorme. Servono risposte, ora”. 

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Redazione InfoNurse

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