Sanità, Fials: Solidarietà a medici e infermieri aggrediti, ministro Speranza convochi Osservatorio previsto da legge 113/2020. Subito presidi polizia e aziende parte civile
Roma, 8 giu. – “Gli odiosi episodi di violenza, vandalismo e discriminazione razziale contro i sanitari che si stanno verificando negli ultimi giorni e attraversano il Paese da Napoli a Chioggia, sono il segno di un disagio preoccupante e diffuso che condanniamo con forza, a cui va subito opposta una campagna di sensibilizzazione e di contrasto, onde evitare la ripresa del fenomeno e mettere in sicurezza medici e infermieri a rischio aggressioni ogni giorno.
Non è pensabile lasciare i professionisti senza presidi delle forze dell’ordine negli ospedali sperando che non succeda nulla o assistere inermi al susseguirsi di attacchi e minacce”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, sui recenti fatti di cronaca che hanno visto due aggressioni in 24 ore al Cardarelli e un medico fiscale nel veneziano insultato e minacciato per il colore della sua pelle.
In attesa che venga fatta luce sulle rispettive vicende e si prendano provvedimenti tempestivi affinché non si ripetano, la Fials esprime massima solidarietà ai colleghi colpiti e auspica che venga applicata la legge n. 113 sulle aggressioni al personale sanitario per quanto riguarda la perseguibilità d’ufficio e non più a querela, nei casi di percosse (art. 581 codice penale) e di lesioni non gravi (art. 582 codice penale) a danno di un operatore sanitario.
Secondo tale norma, le lesioni personali cagionate in servizio “sono punite con la reclusione da quattro a dieci anni; le lesioni gravissime, con la reclusione da otto a sedici anni”, aggiungendo una circostanza aggravante all’art. 61 del codice penale: “l’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nonché di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, a causa o nell’esercizio di tali professioni o attività”.
Entrata in vigore da settembre 2020, dopo un lungo e sofferto iter, la legge ‘Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni’, prevede che le aziende vengano impegnate a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantirne il tempestivo intervento, e prescrive sanzioni pecuniarie da 500 a 5.000 euro a “chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni”.
“Invitiamo come organizzazione sindacale le autorità preposte a potenziare le misure organizzative e di prevenzione nelle strutture sanitarie – sottolinea Carbone – soprattutto in vista dell’estate e del conseguente rischio per mancanza di personale di lasciare scoperti gli operatori sui luoghi di lavoro”. Allo scopo “sollecitiamo il ministro della Salute Roberto Speranza – conclude – a convocare con urgenza l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, previsto dalla legge 113/2020 e di cui la Fials fa parte”.
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