Firenze, 12 novembre 2020 – Turni massacranti, carenza di personale, ferie sospese. È lo scenario della sanità ai tempi del Covid, almeno per quello che arriva alle orecchie dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia.
L’ente continua a denunciare la situazione in cui stanno vivendo e lavorando i professionisti sanitari durante questa emergenza sanitaria. Una situazione che ormai si è fatta insostenibile, come dimostrano anche le tante richieste di supporto che giungono all’ente. La voce è unanime: garantire ai professionisti sanitari la possibilità di lavorare con il giusto comfort fisico e mentale.
«I servizi ospedalieri non hanno personale perché molti professionisti sanitari si stanno infettando e gli operatori che devono compensare alla carenza di personale sono stanchissimi – spiega il presidente di Opi Firenze – Pistoia, Danilo Massai -. In questa cornice, proprio due giorni fa, abbiamo ricevuto una circolare dell’Azienda Ospedaliera di Careggi che dispone la sospensione delle ferie per tutto il personale sanitario e tecnico fino al 31 gennaio. Senza fare distinzioni né valutare la possibilità di concedere agli infermieri qualche giorno per il necessario recupero psico-fisico.
Consentire il lavoro in sicurezza non significa solo fornire adeguate protezioni e mettere a punto protocolli idonei ad affrontare l’emergenza, ma anche mettere il personale in condizione di lavorare in maniera quanto più possibile serena e al riparo da sovraccarichi di lavoro che non consentono ai colleghi di operare al meglio delle loro possibilità».
Sullo stesso tema la segnalazione di un’infermiera fiorentina inviata nei giorni scorsi a Opi Firenze-Pistoia. «Ho lavorato durante la precedente emergenza sanitaria in una terapia intensiva Covid e da inizio ottobre siamo punto e capo – scrive l’infermiera -. Anzi, siamo messi molto, molto peggio! I posti letto (le persone ricoverate) stanno aumentando a dismisura, il personale no! La risposta a questo problema la direzione l’ha trovata nel revocare le ferie (già revocate durante la precedente fase di emergenza).
A marzo però si trattava veramente di un’emergenza sanitaria, nessuno sapeva cosa aspettarsi e tutti noi abbiamo lavorato senza alcun indugio e siamo andati avanti nonostante tutto con la forza ed il coraggio che ci erano stati richiesti – prosegue -. Da aprile ad ottobre però, ci sono stati diversi mesi di tempo per organizzarsi e non trovarsi nuovamente impreparati.
Redazione InfoNurse
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