Coordinamento OPI Piemonte e Valle D’Aosta lanciano il progetto Teseo: «Più attenzione al paziente con disturbi mentali e un ruolo più centrale per l’infermiere»
Migliorare la qualità dell’assistenza per le persone affette da disturbo mentale e aumentare la competenza, l’autonomia e l’autorevolezza degli infermieri durante i processi di cura. Sono questi gli obiettivi del progetto “Teseo”, al via questa mattina presso la sede dell’Ordine delle professioni infermieristiche di via Stellone. Una iniziativa, promossa e sostenuta dal Coordinamento degli Ordini delle Professioni infermieristiche in Piemonte in collaborazione con l’Ordine degli infermieri della Valle D’Aosta, che vede coinvolti 14 coordinatori e altrettanti infermieri operanti in sette Servizi psichiatrici di diagnosi e cura e nei Centri di salute mentale di diverse aziende sanitarie regionali.
In una logica di strategia di rete che va oltre le singole realtà aziendale, l’iter formativo vuole realizzare cambiamenti assistenziali, organizzativi e professionali proprio in queste strutture. Ciò mediante il miglioramento qualitativo dell’assistenza di chi è affetto da disturbi mentali ma anche rendendo l’infermiere sempre più protagonista nell’equipe che si occupa delle cure dei pazienti. Così facendo l’infermiere, proprio per le mansioni che lo vedono in prima fila, diventa un valore aggiunto all’intero staff sanitario che si occupa delle cure dei pazienti psichiatrici.
«È un progetto che vuole intervenire nel campo dell’assistenza infermieristica della salute mentale – spiega Massimiliano Sciretti, presidente di OPI Torino e del coordinamento regionale OPI – dato che abbiamo constatato il permanere di diffuse criticità. Tra queste, c’è il prevalere del modello culturale “custodialistico”, la fragilità dell’identità di infermiere in rapporto al team, la conflittualità etico-deontologica che spesso aumenta lo stress morale degli infermieri».
Di qui la necessità di dar vita al progetto Teseo, che durerà circa un anno, e che punta a rendere chi è affetto da disturbo mentale più partecipe nel progetto di cura. E a dare all’infermiere un’identità più forte nell’interesse del paziente, che resta sempre l’obiettivo primario.
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