Dl family act – On. Mammì (M5S): pari opportunità nei controlli prenatali
Anche i papà potranno essere presenti usufruendo del permesso retribuito sul lavoro
“Soddisfatta è troppo poco, felice per aver contribuito ad aiutare le donne nella fase più delicata della loro vita, facendo riconoscere un diritto importante e delicato per la coppia che si appresta a conoscere lo stato di salute del nascituro: permettere ai papà di non lasciare sola la futura mamma nella fase più delicata dei controlli prenatali.
L’emendamento approvato porta con sé un cambiamento rivoluzionario che parla davvero di pari opportunità. L’emendamento accolto riguarda il riconoscimento del diritto delle donne in gravidanza ad essere accompagnate dal proprio partner, o in sua assenza da un parente, nel corso delle visite ed esami e controlli prenatali, normati dall’articolo 14 del decreto legislativo 151/2001.
Gli stessi, infatti, potranno usufruire di un apposito permesso lavorativo, nel caso in cui le visite siano previste in orario di lavoro. Si tratta di una importante affermazione di un principio di pari opportunità tra la donna in gravidanza e il diritto del padre o parente lavoratore, ad essere presente ai controlli prenatali, alle stesse condizioni stabilite per la donna lavoratrice in gravidanza.
Ecco un esempio di uno Stato che si prende cura di tutti gli aspetti legati alla maternità, in questo modo il padre potrà condividere tutto il percorso nascita fin dai controlli prenatali, alle stesse condizioni stabilite per la donna lavoratrice in gravidanza.
D’altronde, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità da tempo ha stabilito che ‘la promozione della salute e del benessere in gravidanza implica il prendersi cura della donna come persona, ossia nella complessità degli aspetti biologici, psicologici e socioaffettivi’. Alla luce di ciò si rileva come le dinamiche psicologiche ed emotive in gravidanza, soprattutto nelle visite e nei controlli prenatali delle prime settimane, debbano necessariamente essere considerate per il benessere della futura mamma, del nascituro e non solo. Per questo ho richiesto di riconoscere il diritto a garantire alle donne in gravidanza, in momenti così delicati come quelli descritti, la presenza di un familiare su cui contare e appoggiarsi”.
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