La morte di Franco Di Mare ha portato l’attenzione pubblica su questa patologia poco conosciuta, ma che continua a mietere vittime. La sua battaglia contro il mesotelioma rimarrà un monito per la sicurezza e la salute pubblica.
Il principale fattore di rischio per il mesotelioma è l’esposizione all’amianto. Le fibre di amianto, inalate o ingerite, possono danneggiare le cellule e causare questa malattia. Franco Di Mare, essendo stato un inviato di guerra nella ex Jugoslavia, ha verosimilmente respirato l’inferno di fuoco e polveri durante le missioni embedded, esponendosi all’amianto
L’Italia si trova di fronte a una crisi sanitaria silenziosa ma mortale: l’esposizione all’amianto continua a mietere vittime, con migliaia di decessi registrati ogni anno. La Lombardia, cuore pulsante dell’industrializzazione italiana, si conferma la regione più colpita, seguita da Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Lazio.
In Lombardia, il numero di mesoteliomi registrati fino al 2017 era di 6.653, pari al 21,1% del totale nazionale. Nel 2023, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito circa 500 nuovi casi, con un impatto devastante di circa 470 decessi. La regione ha anche registrato più di mille diagnosi di tumore del polmone asbesto-correlato, con circa 880 decessi. In totale, le malattie correlate all’amianto hanno causato oltre 2.000 decessi in Lombardia.
Il Piemonte segue con 5.084 mesoteliomi registrati fino al 2017, pari al 16,1%. Nel 2023, sono stati censiti circa 250 mesoteliomi e più di 500 diagnosi di tumore del polmone asbesto-correlato, escludendo i casi dovuti al fumo di sigaretta. Queste malattie hanno portato alla morte di circa 670 persone.
Nonostante la sua piccola popolazione, la Liguria ha registrato numeri particolarmente alti, con 150 casi di mesotelioma nel 2023 e oltre il 13% di decessi per mesotelioma. Complessivamente, l’impatto epidemiologico supera i 600 decessi.
Anche l’Emilia-Romagna e il Lazio hanno visto un aumento dei casi di mesotelioma e tumore del polmone asbesto-correlato, con un impatto complessivo di circa 650 e 500 decessi rispettivamente.
Nonostante gli sforzi di bonifica, nel 2024 sono ancora presenti 40 milioni di tonnellate di amianto in Italia. Scuole, ospedali e infrastrutture pubbliche sono tra i siti contaminati, rappresentando un rischio per la salute pubblica.
La morte del giornalista Franco Di Mare, vittima del mesotelioma, ha riacceso l’attenzione sulla battaglia contro l’amianto. L’Osservatorio Nazionale Amianto si impegna a portare avanti la sua lotta, ricordando che il pericolo dell’amianto è ancora molto reale e presente.
l mesotelioma è un tipo di cancro che si sviluppa a partire dalle cellule del mesotelio, il tessuto sottile che riveste la maggior parte degli organi interni del nostro corpo, come polmoni, cuore e addome. Questa malattia è particolarmente insidiosa perché spesso non mostra sintomi evidenti fino a uno stadio avanzato e può essere difficile da diagnosticare.
I sintomi possono variare a seconda della localizzazione del tumore e includono:
Il mesotelioma è fortemente associato all’esposizione all’amianto, un minerale fibroso utilizzato in passato in molti materiali da costruzione e prodotti industriali. Le fibre di amianto, se inalate o ingerite, possono depositarsi nei tessuti e, nel tempo, causare danni che portano allo sviluppo del cancro.
La diagnosi di mesotelioma può includere esami fisici, radiografie, TAC e biopsie. Il trattamento varia in base allo stadio della malattia e può comprendere chirurgia, chemioterapia e radioterapia.
Il mesotelioma ha un impatto significativo sulla salute pubblica, soprattutto tra coloro che hanno lavorato in ambienti con presenza di amianto. La prevenzione si basa sulla riduzione dell’esposizione all’amianto e sull’uso di indumenti protettivi in ambienti a rischio.
La battaglia contro il mesotelioma è anche una battaglia contro l’amianto, un nemico invisibile ma ancora presente in molti edifici e strutture. La perdita di figure come Franco Di Mare sottolinea l’importanza di continuare la lotta per la sicurezza e la salute pubblica.
Redazione InfoNurse
Fonte: Nurse Times
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