FIALS: Bilancio 2021, dopo la protesta rilanciamo le nostre proposte
“Prendiamo atto – commenta sarcasticamente il segretario provinciale della Fials di Potenza, Giuseppe Costanzo – della deludente offerta del governo, che esalta gli eroi dell’esercitò della sanità; ma nella proposta di legge di bilancio 2021 dimostra di volerci mandare al fronte con le scarpe di cartone. Ma dove aver messo in campo la protesta, proclamando lo stato nazionale di agitazione del comparto, sapremo rispondere anche avanzando le nostre proposte”
“Il Governo – spiega il dirigente sindacale – vuol premiare solo alcune professioni sanitarie: medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi, chimici e fisici con aumenti immediati nella busta paga di gennaio 2021. Gli infermieri NO. Dimostra così di avere una visione delle professioni sanitarie che risale allo scorso millennio. Rimangono infatti esclusi: i dipendenti del SSN appartenenti a 20 diverse categorie professionali: ostetriche, tecnici sanitari, personale della riabilitazione e della prevenzione, la professione sociosanitaria di assistente sociale, gli operatori sociosanitari”
Questo, obietta Costanzo, è tutto “personale impegnato in prima fila nel contrasto alla pandemia. Così come dagli aumenti previsti per la dirigenza medica e sanitaria sono esclusi i dirigenti delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Parliamo dell’asse portante della gestione del personale di assistenza nelle aziende sanitarie con un ruolo e una responsabilità manageriale di gran lunga più rilevante dell’altra dirigenza”.
La Fials contesta l’evidente discriminazione classista prevista dalla legge di bilancio: “Più soldi e subito alla dirigenza medica e sanitaria mentre per gli infermieri tutto è rimandato ai rinnovi contrattuali, cioè chissà quando. Il peso degli oneri riflessi li rende per gli infermieri una mancia simbolica. Alla faccia della valorizzazione professionale, dati gli importi assai lontani dall’indennità infermieristica conquistata con il contratto nel 1990”.
La FIALS, propone invece di completare l’omogeneizzazione dei trattamenti economici (aldilà delle entità) e normativi tra le professioni sanitarie di area dirigenziale e le altre 22. “La nostra proposta contrattuale – spiega Costanzo – ha già indicato il sistema generale degli incarichi professionali – per tutte le 22 professioni sanitarie dopo il periodo di prova – ma anche dell’indennità di esclusività. La legge 126, art. 29, ha previsto il “liberi tutti”, dirigenza e comparto, nel fornire prestazioni aggiuntive, che è giuridicamente un esercizio di libera professione. Inoltre tutte le forze di maggioranza propongono di estendere il diritto alla libera professione alle 22 professioni sanitarie del comparto.
La FIALS propone di inserire nella legge di bilancio 2021 sia un’indennità di esclusività dal 1° gennaio 2021, già concessa solo alle professioni della dirigenza medica e sanitaria; anche per la dirigenza delle professioni sanitarie e alle stesse professioni sanitarie del comparto, seppure con importo diversificato nella in rapporto alla specificità e responsabilità professionale sia il mantenimento dell’indennità di specificità infermieristica. “Qui -aggiunge Costanzo – occorre un investimento assai superiore a quanto previsto: non sussiste infatti un solo motivo per differenziare il riconoscimento giuridico, normativo ed economico. E quindi va esteso a tutte le altre professioni sanitarie pur con tutte le diversificazioni necessarie e opportune”. .
Per la Fials, infatti “un conto è affermare in astratto la pari dignità tra tutte le professioni che concorrono a realizzare l’atto sanitario; un complesso delle specificità di trenta distinte competenze professionali, un conto è riconoscere il ruolo precipuo e specifico di infermieri e medici nell’organizzazione del lavoro in sanità. Valorizzare adeguatamente queste due professioni non vuol dire svalorizzare le altre”.
“Rimane la questione – conclude Costanzo – da una parte della professione sociosanitaria di assistente sociale che non può avere un trattamento economico e normativo differente dalle altre professioni sociosanitarie. Bisogna perciò dare una analoga risposta agli operatori sociosanitari che sempre più assumono un ruolo e un’importanza nel processo assistenziale. A loro va perciò riconosciuta anche un’indennità adeguata. Certo, non staremo ad attendere solo segnali di apertura del Governo, ma lo incalzeremo insieme, perfino con lo sciopero generale con tutti gli operatori della sanità, con un gioco di squadra “contro le “disuguaglianze”.
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