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Covid-19, prima causa di morte 2020

Tenuto conto dei decessi rilevati dalla Protezione Civile al 22 novembre e della supermortalità evidenziata dall’analisi dei dati 2020 diffusi dall’Istat, la mortalità legata a Covid-19 ha ormai superato per l’anno in corso quella per le principali cause di morte che negli anni precedenti hanno caratterizzato le statistiche di mortalità italiane.

Decessi 2015-2017 per causa

Dai dati di mortalità per causa del triennio 2015-2017 (ultimo aggiornamento disponibile) si rilevano, in media annua:

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– per il sistema circolatorio, 69.000 decessi per infarto e altre malattie ischemiche del cuore e 59.000 per ictus e altre malattie cerebrovascolari,

– in ambito oncologico, 58.000 morti sono relative a tumori dell’apparato digerente, 37.000 a tumori dell’apparato respiratorio, 20.000 a tumori della mammella e degli organi genitali femminili,

– tra i restanti gruppi di cause si evidenziano 24.000 decessi per traumatismi e avvelenamenti, 16.000 per polmoniti, bronchiti, influenza e altre malattie delle alte vie respiratorie, 14.000 per malattie infettive.

Decessi 2020 per Covid-19

Le morti legate a Covid-19 possono essere quantificate per l’anno 2020 in almeno 78.000 casi:

– tenuto conto dell’andamento della seconda ondata è presumibile che i decessi dichiarati dalla Protezione Civile raggiungano a fine anno non meno di 58.000 unità, ipotizzando una decrescita dei decessi fino al 31 dicembre in misura speculare alla crescita osservata fino ai massimi di metà novembre;

– il Centro Studi Nebo ha stimato per la primavera 2020 una supermortalità dell’ordine dei 20.000 casi oltre i decessi dichiarati dalla Protezione Civile (www.programmazionesanitaria.it).

Pur in queste ipotesi di minima (dalle quali è peraltro assente l’eventuale eccesso di mortalità oltre i casi dichiarati dalla Protezione Civile per la seconda ondata) il numero di morti legate a Covid-19 si attesterebbe su valori più alti delle principali cause di morte rilevate negli ultimi anni.

Come sottolineato in precedenti studi Nebo la supermortalità rilevata può non essere addebitabile a Covid-19 come causa di morte diretta; tuttavia, l’evoluzione della mortalità del 2020 rispetto a quella degli anni precedenti impone di considerarla almeno come causa indiretta per il condizionamento indotto dalla pandemia sul ricorso ai servizi sanitari, sugli stili di vita e su altri determinanti di salute.

A fine ottobre 2020 è stato pubblicato uno studio realizzato congiuntamente da Istituto Superiore di Sanità e Istat nel quale è riportato che su oltre 5.300 schede di morte di persone decedute la scorsa primavera e risultate positive a SARS-CoV-2 è stato rilevato che nell’88% dei casi Covid-19 è stata la causa del decesso: applicando tale risultato ai 58.000 decessi ipotizzati come rilevati dalla Protezione Civile per l’anno 2020, solo tra questi Covid risulterebbe la causa di morte in oltre 51.000 casi.

Distribuzione per età dei decessi

L’Istituto Superiore di Sanità pubblica periodicamente una sintesi dei dati della sorveglianza integrata Covid-19 nella quale, tra le altre statistiche, è riportata la distribuzione dei decessi per classi di età. 

Dall’ultimo aggiornamento, pubblicato il 22 novembre, si evince in particolare che il 14% dei morti Covid ha meno di 70 anni, il 67% da 70 a 89 anni e il restante 19% 90 anni o più, mentre tra le cause di morte sopra ricordate per il triennio 2015-2017:

– l’analoga composizione per infarto e altre malattie ischemiche del cuore, il gruppo più numeroso, è spostata di qualche punto percentuale verso la fascia più anziana (12%, 59% e 29% rispettivamente), 

– la distribuzione più affine alla casistica Covid risulta essere quella relativa alle malattie infettive (nell’ordine, 17%, 63%, 19%).

Mortalità 2020 per causa

Il confronto fra i decessi Covid e la casistica delle morti del triennio 2015-2017 è utile per visualizzare la dimensione degli effetti dell’epidemia rispetto a un quadro che, sia pure in continua evoluzione, manteneva nel tempo una sua coerenza.

L’aver accostato le due statistiche non sottintende un’ipotesi sulle cause di morte del 2020, per le quali sarà senza dubbio di grande interesse analizzare i dati di mortalità per causa, quando saranno disponibili.

Solo a valle di quella conoscenza sarà infatti possibile non solo quantificare con maggior accuratezza gli effetti dell’epidemia di SARS-CoV-2 ma anche valutare se e in quale misura le altre cause di morte siano variate rispetto agli anni passati.

Al momento è comunque possibile osservare, grazie ai dati Istat, che il 2020 era iniziato con un sensibile calo della mortalità nel primo bimestre rispetto alla media del quinquennio precedente, con 9.000 casi in meno, passando a + 49.000 nei tre mesi successivi e registrando una flessione durante il periodo estivo, al termine del quale si è sviluppata la seconda ondata.

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