“Gli infermieri rappresentano la figura centrale attorno cui ruota gran parte della rivoluzione del territorio disegnata dal PNRR. È infatti ormai in atto una riforma del modello organizzativo di assistenza territoriale di prossimità per portare le risposte ai bisogni di salute il più vicino possibile ai cittadini. Potenziamento dell’assistenza domiciliare, realizzazione di nuove strutture e presìdi sanitari che migliorino l’accessibilità, ampliando la disponibilità di servizi di prossimità, definizione di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione sul territorio in ambito sanitario, ambientale e climatico, uso competente e consapevole delle tecnologie digitali ne sono i pilastri”.
“Nel nuovo modello del decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza sul territorio – spiega Mangiacavalli – l’attore principale è l’infermiere, in particolare quello di famiglia e comunità. Un’evoluzione non solo auspicata, ma anche doverosa rispetto alla modifica dei bisogni di salute delle popolazione. Il ‘di famiglia’ per noi significa che l’infermiere è il candidato naturale a identificare e raccogliere il bisogno, a decodificarlo, a immetterlo nei giusti percorsi, facendo rete con tutti quelli che devono in qualche modo rispondere a questo bisogno. E in questo senso va anche il ‘di comunità’, poiché è inserito nel tessuto sociale, coordinandosi con le reti formali e informali”.
“Gli infermieri – evidenzia la presidente della Federazione – possono dare un contributo importante volto a intraprendere azioni immediate per costruire sistemi di salute e assistenza compatibili con l’approccio One Health: dalla formazione e preparazione professionale sugli effetti sulla salute prodotti dalla crisi ecologica, allo sviluppo di modelli di cura atti a ridurre l’impatto ambientale dell’assistenza sanitaria; dall’implementazione di programmi di salute per emergenti malattie infettive trasmissibili, a un impegno concreto per rendere sostenibili le infrastrutture del settore sociosanitario”.
“Le potenzialità dunque sono enormi, ma la mancanza di infermieri mina seriamente il raggiungimento di tanti obiettivi che sembrano a portata di mano. La carenza di personale infermieristico in Italia è un problema serio e ormai evidente. Mediamente ogni anno entrano nel sistema 11.000 infermieri laureati, ma ne perdiamo 14.000 per pensionamento. A questo dato già negativo si aggiunge la scarsa attrattività generale della professione. La richiesta che ci sentiamo di fare è quella di non sottovalutare il problema e di stanziare ulteriori risorse per sostenere il SSN e renderlo maggiormente attrattivo, anche presso i tanti nostri colleghi che hanno scelto di esercitare all’estero dove hanno trovato modelli organizzativi e opportunità di realizzazione professionale non esigibili nel nostro Paese”, conclude Mangiacavalli.
Redazione InfoNurse
Fonte: Nurse Times
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