Secondo il FISI “le sospensioni, tutte illecite, discriminano il personale”.
Di seguito il comunicato stampa della federazione Italiana Sindacati Intercategoriali.
“Denunciati per condotte illecite che si assommano in delitto di cui all’art 610 del codice penale (violenza privata) e art. 629 del codice penale (estorsione) nei confronti dei Presidenti degli Ordini professionali dei Medici, Infermieri ecc. nonché dei relativi Consigli direttivi e dei Direttori Generali che hanno sottoscritto in violazione di legge le sospensioni dal servizio del personale non vaccinato. Le sospensioni, tutte illecite, discriminano il personale.
Solo a titolo di esempio si cita il caso di chi, in possesso di un tampone – anche rapido – negativo, può recarsi in Ospedale mentre viene impedita questa possibilità a chi ci lavora. Il divieto di accesso italico si scontra con la normativa europea che nella fattispecie è molto chiara: non si può discriminare la persona vaccinata dalla persona che per scelta non si vaccina.
Le imposizioni dei governanti italiani, dal sapore fortemente razzista, hanno fatto propendere l’Europa a modificare di corsa il regolamento 953/2021 chiarendo al paragrafo 36 che: “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate perché hanno scelto di non essere vaccinate“.
Il Regolamento Europeo è un atto normativo avente portata generale, obbligatori in tutti i suoi elementi e direttamente applicabili negli ordinamenti degli Stati membri (art. 288, par. 2 del Trattato sul funzionamento dell’UE).
“Continuare ad effettuare sospensioni, attesa questa normativa, è da scellerati e chi lo farà se ne assumerà tutte le conseguenze civili, penali e personali. Non si può giocare sulla pelle di migliaia di operatori.”
Dichiara la segreteria generale della FISI.
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