Stupore, rammarico e rabbia sono i sentimenti che che proviamo e provano gli infermieri, le ostetriche e gli oss che; con grande stupore, si sono visti negare l’attribuzione del cosìddetto “premio Covid”. Soldi che a seguito di un accordo regionale e allo stanziamento di fondi dedicati; la nostra azienda avrebbe dovuto elargire a chi ha svolto nei mesi di marzo ed aprile attività per la cura ed il contrasto alla diffusione del virus Covid-19.
L’accordo aziendale è figlio di un accordo Regionale che non abbiamo condiviso, accordo che purtroppo ha lasciato troppo spazio ad interpretazioni; che a loro volto hanno avuto applicazioni diverse tra i dipendenti facendo sentire molti dipendenti come lavoratori di serie B, “usati” nel momento del bisogno e dimenticati nel momento della distribuzione del riconoscimento.
Non possiamo ritenerci soddisfatti dell’accordo perché nonostante abbiamo cercato di proporre alternative e una diversa distribuzione dei fondi non siamo stati ascoltati; sono stati premiati così solo alcuni dei professionisti coinvolti, creando disparità di trattamento tra i dipendenti, alimentando malumori tra i lavoratori.
Troppe sono state le unità operative lasciate fuori dall’accordo (in tutti e 4 i Presidi Ospedalieri) ed i servizi sul territorio; nonostante tutti gli sforzi fatti per contrastare il diffondere della pandemia nonostante le carenze strutturali e di DPI che siamo riusciti a compensare solo grazie alle altissime professionalità presenti in azienda.
Continueremo a lavorare con professionalità e dedizione e cercheremo di fare il massimo per garantire la sicurezza dei cittadini teramani; augurandoci che oltre al gradito riconoscimento popolare prima o poi arrivi anche quello della nostra Azienda Sanitaria.
La segreteria Territoriale, NurSind Teramo
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Un giusto processo deve poter articolarsi in un discorso di giustizia intesa come “pensare insieme”. Dove la legge mai possa configurarsi come un dominio chiuso, ma dalla legge promani il desiderio di trascendersi verso una pst-giustizia. I canoni e i precetti della Chiesa dovrebbero essere posti nella linea di una giustizia che non si confonda con essi, che non vada a coincidere con la legge, ma che apre una prospettiva, indichi verso dove occorre muoversi, da un senso alla legge, è una istanza fondamentale che da movimento alle leggi, le quali devono muoversi come trascendendosi. Non sono tanto le leggi, ma è il fine che conta Le leggi devono poter testimoniare di questo movimento, la dinamica, questo è fondamentale. Identificare la legge con la giustizia ha portato a immani tragedie nella storia.