«Tra diatribe politiche e accuse reciproche tra esponenti di partiti, denunciamo la situazione a prova di bomba del Cardarelli di Campobasso. Dove i nostri referenti regionali ci raccontano di un ospedale in crisi profonda, dove un’alta percentuale degli operatori sanitari di chirurgia sarebbero stati contagiati. E poi c’è il giallo, tutto da chiarire, delle siringhe che pare inizialmente non fossero a norma. In ballo ci sono la salute dei pazienti e la tutela degli infermieri come sempre in prima linea. Infine l’incongruenza di dati che non trovano riscontro tra Asl e Ministero della Salute».
ROMA 6 GEN – «Qualcuno faccia finalmente chiarezza su quanto sta accadendo da molti mesi a questa parte; a partire dalla seconda ondata del Covid, in una Regione straordinaria a cui sono molto legato. Stiamo parlando del Molise e in particolare della situazione del Cardarelli di Campobasso; dove per settimane abbiamo denunciato la scabrosa emergenza dei contagi del personale infermieristico, esposti costantemente al rischio; sempre in prima linea, in un ospedale ahimè vetusto, con protocolli di sicurezza discutibili.
Oggi siamo qui a raccontare una nuova terribile emergenza: il Molise è agli ultimi posti, tra le regioni italiane, per numero di vaccini somministrati. Solo fino al 2 gennaio si viaggiava con una percentuale indecorosa: 1,7% delle fiale, a disposizione, usate. Ci informano che appena ieri sono ripartiti i vaccini dopo giorni e giorni di buio assoluto. Poco oltre 300 le persone vaccinate, oltre 50 nelle ultime 24 ore, che rispetto alle 2975 dosi a disposizione fanno il 12% per cento delle fiale usate. Ben altra cosa rispetto all’1,7% di pochi giorni fa, ma ancora poco, troppo poco per uscire dal tunnel!
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, denuncia ancora una volta “il caso Molise”.
«I nostri referenti regionali ci informano della gravità del focolaio contagi in atto da giorni al Cardarelli e ci dicono che un’alta percentuale di operatori sanitari del reparto chirurgia si sono infettati di covid. Inoltre, come se non bastasse, ci vengono segnalati i casi di siringhe che, almeno inizialmente non erano a norma.
Diciamo basta con gli scarica barile e le diatribe politiche in un momento in cui la salute dei cittadini e dei professionisti della sanità deve essere al primo posto. Diciamo basta al balzello di dati, gonfiati o dimezzati a seconda dei casi. Chi ha ragione? Il Governo che dichiara 358 persone vaccinate o Asrem, azienda sanitaria regionale, che dichiara oltre 700? Dopo il caso siringhe Molise, anche in Liguria e Calabria in queste ore, così come in Lombardia, accusano ritardi nella partenza delle vaccinazioni al caso delle siringhe non a norma. Lo stesso Toti, Governatore Liguria, avrebbe parlato di siringhe in qualche modo non appropriate. Siamo nel bel mezzo di un possibile “nuovo pasticcio” all’italiana, che non ci convince in alcun modo».
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