Il nostro sindacato ha appreso tramite comunicati dei vari media che il servizio sanitario in trentino è risultato dal rapporto nazionale delle analisi di performance regionali in sanità elaborate annualmente da CREA (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università Tor Vergata di Roma), tra i migliori d’Italia e questo all’inizio ci ha lasciato un po’ perplessi, perché quello che il nostro sindacato di professionisti sanitari vede e sente quotidianamente dai propri associati è tutto un altro film.
Ma noi ci potremmo anche sbagliare, purtroppo invece alcune certezze le abbiamo e sono il disagio ed il malessere dei nostri professionisti in azienda sanitaria, sempre più anziani e oberati di attività, mentre i giovani infermieri e professionisti si orientano sempre più verso un’attività lavorativa all’estero, nella sanità privata o nella libera professione.
In questo momento alcuni reparti ospedalieri sono al collasso, ad esempio il reparto di Geriatria di Trento, che garantisce adeguati standard assistenziali agli utenti ricoverati al prezzo di grandi sacrifici del personale infermieristico ed Oss, il servizio di laboratorio dell’Ospedale di Cavalese che non ha personale a sufficienza, le liste di attesa per alcune prestazioni ambulatoriali che arrivano oramai a quasi 12 mesi. Negli ospedali periferici si stanno depauperando sempre di più servizi, a scapito dei cittadini che spesso si ritrovano obbligati a essere trasferiti e curati negli ospedali centralizzati, peraltro già in difficoltà a garantire il minimo assistenziale.
Per non parlare poi dell’assistenza territoriale, dove ci sono alcuni ambiti in piena emergenza per carenza di personale (Vallagarina, Fassa), ed altre realtà dove il personale impegnato nel garantire il proprio servizio all’utenza, deve ancora utilizzare il proprio mezzo di trasporto privato e da parte di alcuni Comuni non viene concesso il pass per poter accedere alle zone di traffico limitato. Il paradosso è che in questi ambiti, si continua ad aumentare il carico di lavoro, invece di commisurarlo alle reali presenze di personale.
Esprimiamo pertanto grande preoccupazione per quanto sta accadendo a livello provinciale in merito alla gestione di questa grave emergenza/carenza di professionisti sanitari. Una ulteriore riduzione degli standard assistenziali in tutte le strutture sanitarie, già gravemente sottodimensionati a fronte della crescente complessità assistenziale e sanitaria dei residenti, mette a forte rischio la sicurezza e la qualità delle cure dei cittadini, nonché aggrava ulteriormente le condizioni di lavoro e la dignità dei professionisti sanitari.
I nostri colleghi non sono professionisti di serie B, ma cuore pulsante della vita sociale e della collettività e con l’aumento dei pazienti anziani ne serviranno sempre di più e maggiormente qualificati. Pensiamo al ruolo che dovrà avere l’infermiere di famiglia, che a nostro avviso abbisogna di un quadro di riferimento giuridico a livello provinciale e sarà destinato a diventare la “sentinella” del territorio ed alle fondamentali figure dell’assistente sanitaria, dell’ostetrica, dei terapisti della riabilitazione psichiatrica.
A tal proposito, l’incontro puramente di carattere” tecnico” che abbiamo avuto con l’Apran il 23/6/2023 sui rinnovi contrattuali si è risolto con un nulla di fatto, ci hanno proposto delle risorse economiche una tantum per il 2023 (?!?), ma quello che serve è un investimento strutturale e stabile per la valorizzazione di infermieri e professionisti sanitari, con specifiche risorse destinate al riconoscimento di competenze e del disagio, altrimenti fuggiranno altrove.
Ora attendiamo risposte certe e concrete da questa Giunta, bisogna rivedere l’attuale ordinamento professionale ormai obsoleto, siamo stati finalmente convocati il 10 luglio dall’assessora Segnana, è assolutamente necessario rendere attrattiva la sanità pubblica e soprattutto mantenerla universale, visto il reale rischio di una privatizzazione, che penalizzerebbe i cittadini più poveri e deboli.
I cittadini trentini si meritano un sistema sanitario funzionante e di eccellenza, visto le tasse che pagano e l’autonomia gestionale di cui gode la Provincia, i nostri professionisti meritano di lavorare con dignità, sicurezza e con adeguati riconoscimenti sociali ed economici, prendiamoci finalmente cura anche di loro, perché senza di loro non ci sarà cura!
Redazione InfoNurse
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