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Veneto, nuovo Ccnl nelle residenze Kos. I sindacati: “Specchietto per le allodole”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura di Fp Cgil Veneto, Fp Cgil Venezia e Fp Cgil Rovigo.

È grave che prima ancora di incontrare le organizzazioni sindacali per l’obbligatorio esame congiunto, e nonostante le richieste di incontro già formalizzate per la residenza di Rovigo, ma ignorate dall’azienda, il gruppo KOS senta l’esigenza di pubblicizzare quello che per loro è il grande risultato di quel tavolo non ancora convocato.

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«Già solo questo basterebbe a dare l’idea precisa di cosa intenda il gruppo KOS per le relazioni sindacali – dichiarano Stefano Bagnara (Fp Cgil Veneto), Chiara Cavatorti (Fp Cgil Venezia) e Davide Benazzo (Fp Cgil Rovigo) -. D’altronde già un anno fa, quando il gruppo decise il trasferimento ad altra azienda delle lavoratrici dei servizi ausiliari, con conseguente cambio di contratto, KOS si era reso responsabile di una scelta unilaterale che aveva peggiorato le condizioni retributive, nonostante la contrarietà di tutte le organizzazioni sindacali e le mobilitazioni messe in atto, con vertenze ancora aperte».

Curiosamente, come in quel caso, KOS sceglie il 1° maggio (alla faccia della Festa dei Lavoratori) quale data dalla quale cambiare il Ccnl anche al personale sanitario e socio-assitenziale. «Parliamo di 69 lavoratori nella struttura di Favaro Veneto, 65 per Quarto d’Altino e 64 per Villadose di Rovigo – spiegano i dirigenti sindacali -. KOS intende, infatti, da tale data applicare a tutte le strutture presenti sul livello nazionale il contratto Confcommercio, siglato per la prima volta a settembre 2022 e non sottoscritto dalla Cgil, ponendosi di fatto come prima azienda del Veneto ad applicarlo».

Già da molto prima le organizzazioni sindacali chiedevano un cambio contrattuale per i lavoratori a cui veniva applicato il Ccnl Anaste con retribuzioni ferme al 2009, proponendo di applicare uno dei Ccnl sottoscritti da tutte le sigle sindacali maggiormente rappresentative del settore, tra i quali ci sono soluzioni potenzialmente più vantaggiose per i lavoratori rispetto al Ccnl Confcommercio. Di fronte a tali scelte, che non valorizzano il lavoro e mirano al contrario a contrarne i costi, non sorprende dunque che le strutture del gruppo KOS nel territorio veneziano, Favaro Veneto e Quarto d’Altino, registrino da tempo una cronica carenza di personale ed elevati tassi di turnover.

«Il personale, oltre ad avere retribuzioni misere, è sottoposto ad elevati carichi di lavoro e turni massacranti per riuscire a garantire il servizio – proseguono Bagnara, Cavatorti e Benazzo -. Si registrano anche grosse problematiche nel garantire le ferie e non poche sono le segnalazioni relative alla sicurezza delle strutture, cui si aggiunge un elevato grado di assenze per malattie dovute alla fatica di un lavoro che già di per sé è usurante».

E per la Funzione pubblica Cgil è proprio sul terreno della malattia che il contratto Confcommercio è peggiorativo rispetto agli altri del settore, nel momento in cui in alcuni casi non è previsto il pagamento dei primi tre giorni di malattia, con il rischio che il lavoratore sia costretto a scegliere tra diritto alla salute e retribuzione, in un contesto in cui si ha a che fare con persone fragili, dove un raffreddore può essere una banalità per i lavoratori, ma può invece creare grossi problemi agli utenti. Le scelte aziendali impattano sulla qualità del lavoro e hanno di conseguenza riflessi sull’assistenza agli ospiti. Le conseguenze possono essere molto gravi.

«Noi crediamo che non ci sia bisogno di nuovi contratti nazionali in un settore in cui se ne contano fin troppi e nel quale, al contrario, si dovrebbe andare alla definizione di un unico contratto di settore che unifichi le condizioni retributive e lavorative di una realtà estremamente frammentata, senza ulteriori incursioni di chi farebbe bene a continuare a occuparsi del proprio settore» concludono i sindacalisti.

Redazione InfoNurse

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