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118, Nursing Up: “Sempre più aggressioni agli infermieri. Chi li difende?”

Nel comunicato stampa seguente le riflessioni di Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up.

Provincia di Napoli, appena due giorni fa: ancora una volta una donna, una professionista del 118, si vede aggredire da un paziente ubriaco a bordo dell’ambulanza che era diretta all’ospedale di Frattamaggiore, mentre gli sta prestando le prime cure del caso. Ha riportato ferite a una mano.

Studiamo questo drammatico fenomeno da tempo. Lavoriamo di concerto con i nostri referenti locali, siamo supportati dalle indagini dei cronisti di nera con cui siamo costantemente in contatto, e da mesi e mesi denunciamo alle istituzioni che gli infermieri del 118 corrono rischi di una estrema gravità, ogni giorno, soprattutto ogni notte, durante i propri interventi a casa dei pazienti.

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Al pari dei professionisti dell’assistenza che lavorano nei pronto soccorso, la maggior parte delle volte sguarniti di forze dell’ordine negli orari notturni, i professionisti del 118 rischiano almeno tre volte di più, rispetto a qualsiasi infermiere che lavora in un altro reparto.

Oltretutto è palese che se un cittadino esasperato è capace di distruggere un pronto soccorso, interrompere un pubblico servizio, arrivare a minacciare un infermiere con la pistola, rubandola a una guardia giurata, arrivare al punto di rompere un dente a un’inerme infermiera, immaginate cosa può fare all’interno della propria abitazione, quanto si senta forte e capace di tutto nelle proprie quattro mura.

Autorevoli report nazionali lo confermano: un infermiere o una infermiera del 118, almeno una volta nella vita, hanno subito o subiranno una aggressione fisica o una minaccia. Il rischio arriva addirittura al 100%.  Intanto i dati sulle violenze ai danni degli infermieri, nella sola Campania, sono a dir poco agghiaccianti. E siamo solo al 21 gennaio del nuovo anno.

In questo 2024 siamo addirittura arrivati a quota sette aggressioni ufficiali per la Asl Napoli 2 Nord, salendo a 11 compresa Napoli città, e giungendo a 15 casi contemperando gli ospedali della Asl Napoli 3 Sud. Un’escalation all’attenzione della prefettura, che avrebbe deciso di allargare la platea dei drappelli di polizia nelle strutture sanitarie cittadine. Attualmente a Napoli sono in funzione all’Ospedale del Mare, al Pellegrini e a Giugliano. A quanto pare saranno estesi a Castellammare, Santobono e San Paolo di Fuorigrotta. 

Una riflessione è doverosa: ma dobbiamo aspettare che gli episodi arrivino fino a questo punto di gravità per decidere di rafforzare i presidi di pubblica sicurezza? 

Ci dispiace ma non siamo affatto soddisfatti che questi interventi arrivino solo dopo un numero così elevato di aggressioni, ed è inoltre palese che potrebbero non essere ancora sufficienti. Verificheremo, in base alle nuove disposizioni, con i nostri referenti locali, se gli agenti sono davvero presenti, nei suddetti ospedali, anche negli orari notturni e nei fine settimana. Dobbiamo farlo: adesso è davvero in gioco la vita degli infermieri. 

I cittadini sono esasperati dai crescenti disagi e disservizi che si registrano all’interno degli ospedali. In un dilagante clima di mala-cultura addossano tutte le responsabilità ai professionisti sanitari, mentre non dobbiamo e non possiamo dimenticarci dei nostri infermieri del 118, in particolare delle nostre donne a bordo delle ambulanze.

Redazione InfoNurse

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