Oggi, giovedì 4 aprile, entra in vigore il Decreto legislativo del 19 marzo 2024 n. 31, che modifica il Codice penale in tema di procedibilità d’ufficio per il reato di lesioni personali e danneggiamento. Sarà possibile procedere d’ufficio, indipendentemente dalla volontà della vittima di aggressioni di sporgere denuncia, anche in caso di lesioni personali ai professionisti sanitari, indipendentemente dalla gravità della lesione (lieve, grave o gravissima).
La modifica del Codice penale riguarda, nel caso specifico, la fattispecie delle aggressioni subite sul lavoro. Dal marzo 2023 il contrasto agli episodi di violenza è stato già rafforzato: con il Decreto legge 34/2023 le lesioni cagionate al personale esercente una professione sanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio comporta la reclusione da due a cinque anni (articolo 583 quater del Codice penale), aumentabili a dieci se le lesioni sono “gravi” e fino a sedici se “gravissime”.
Il testo modifica l’ultimo comma dell’art. 635 c.p. per uniformare il regime di procedibilità del danneggiamento aggravato dalla violenza alla persona o con minaccia a quello previsto per la fattispecie analoga e più grave di cui all’art. 625, n. 7, c.p. (cose esposte per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede). Estende anche a questa ipotesi il regime transitorio già previsto in materia di modifica del regime di procedibilità dall’art. 85 del Dlgs. n. 150/2022.
L’ultimo episodio di aggressioni di cui si ha notizia risale domenica scorsa, giorno di Pasqua, e si è verificato all’ospedale Jazzolino di Vibio Valentia: un paziente con gravi problemi psichiatrici ha aggredito un infermiere, scagliandogli contro lo schermo e la tastiera di un computer. Arrivato sul posto dopo una caduta in bicicletta, l’uomo ha ricevuto le prime cure in Pronto soccorso, dove gli è stata suturata la ferita che si era provocato.
Successivamente inviato al reparto di Radiologia per sottoporsi a una Tac, avrebbe dato in escandescenze e, tornato al Triage, si sarebbe steso su una barella, per poi minacciare l’infermiere. “O mi fai la Tac o ti ammazzo” avrebbe urlato prima di colpire il malcapitato operatore. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, allertati dall’ospedale, che hanno fermato il responsabile della violenza e verbalizzato l’accaduto.
Sulla vicenda, non la prima di questo tipo a Vibo Valentia, è intervenuto Francesco De Nisi, consigliere regionale e segretario regionale di Azione, che ha così commentato: “Ormai è diventata una vera emergenza. Siamo di fronte a un fenomeno allarmante, sul quale bisogna intervenire senza ulteriori perdite di tempo”.
E ancora: “È vero che la carenza dei medici non aiuta, ma sembrerebbe che dopo la visita i pazienti restino in Pronto soccorso in attesa di un posto letto, con la conseguente necessità di assistenza continua di tipo infermieristico e, soprattutto, socio-assistenziale. Tutto ciò accende l’ira di pazienti e parenti, da cui scaturiscono episodi di collera che si trasforma spesso in violenza fisica nei confronti degli operatori sanitari, costretti a lavorare in condizioni estreme”.
A complicare ulteriormente la situazione “ci si mette anche la carenza di infermieri e oss in Pronto soccorso, senza sottovalutare che durante i turni di notte è disponibile un solo operatore socio-sanitario. E’ quindi necessario incrementare il personale socio-assistenziale, oltre a istituire un posto di fisso di polizia”.
Redazione InfoNurse
Fonte: Nurse Times
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