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Emergenza Antibiotico-Resistenza: al via la prima edizione del Programma STAR per la valutazione e gestione delle nuove terapie antibiotiche

Milano, 2 dicembre 2020 – Definire un’appropriata gestione delle infezioni antimicrobiche correlate all’assistenza; supportare un’azione tempestiva e l’appropriatezza terapeutica verso i pazienti critici con limitate opzioni di trattamento e assicurare un allineamento tra i professionisti sanitari coinvolti in tutto il processo di cura, puntando sul ruolo chiave del farmacista ospedaliero.

Sono questi gli obiettivi della prima edizione del Programma di STewardship e Antibiotico-Resistenza (STAR), un programma di formazione manageriale che mira a rafforzare le competenze richieste a questo ruolo per fornire un contributo sempre più attivo nei team di stewardship ospedalieri e che nasce dalla collaborazione tra la Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA), SDA Bocconi ed interamente finanziato con il contributo non condizionante Shionogi Italia.

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Per le sue competenze professionali, il farmacista ospedaliero è tra gli operatori sanitari che rivestono un ruolo cruciale nelle decisioni di cura e nell’assistenza dei pazienti e che deve intervenire attivamente nella stewardship antimicrobica; contribuendo a migliorare la rete di monitoraggio continuo e interconnesso con gli attuali sistemi di sorveglianza microbiologica.

La necessità di rafforzare tutto il sistema di gestione, controllo e monitoraggio all’interno delle strutture ospedaliere diventa ogni giorno più urgente poiché la resistenza agli antibiotici (AMR) è un problema in continua crescita a livello globale;ma con un impatto significativo soprattutto nel nostro Paese: in Italia, infatti, le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti costano la vita a oltre 10mila persone ogni anno e ci posizionano ai primi posti in Europa per numero di decessi; dove contribuiamo per oltre un terzo sia alla mortalità causata da AMR sia ai casi di infezioni nosocomiali dell’intera UE.

L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle minacce più gravi alla salute mondiale, e senza misure di contrasto adeguate si stima provocherà circa 10 milioni di morti entro il 2050. Le infezioni causate da patogeni multi-resistenti costituiscono una forte criticità per i pazienti già vulnerabili a causa di altre patologie e un gravoso peso per il nostro Sistema Sanitario” – commenta Matteo Bassetti; Professore Ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Genova e Presidente SITA.

Negli ospedali la possibilità di trasmissione dell’AMR viene amplificata. Qui le infezioni correlate all’assistenza sono causate dai cosiddetti ‘super batteri’, patogeni Gram-negativi multi-resistenti e resistenti ai carbapenemi – come Acinetobacter baumannii, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Enterobacterales – considerati di priorità critica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questi batteri sono il principale fattore di fallimento del trattamento delle infezioni; e causano un aumento della morbilità, il prolungamento delle degenze ospedaliere e l’incremento della mortalità”.

Le infezioni causate da patogeni multi-resistenti arrecano quindi il burden sanitario ed economico maggiore.  In questo contesto così critico, da un lato, la disponibilità di antibiotici innovativi è fondamentale per contrastare in maniera efficace il fenomeno dell’AMR; dall’altro, è altrettanto cruciale adottare una gestione appropriata e mirata della terapia antibiotica al fine di evitare lo sviluppo di ulteriori resistenze anche rispetto ai nuovi farmaci antibiotici.

Il programma che abbiamo messo a punto si pone l’obiettivo di accrescere le competenze dei farmacisti ospedalieri nell’ambito dell’infettivologia e dell’HTA applicata all’antibiotico-terapia; affinché questi professionisti acquisiscano nuovi strumenti e competenze utili alla corretta valutazione e gestione dei nuovi antibiotici all’interno della loro pratica clinica quotidiana” – spiega Claudio JommiProfessor of Practice di Government, Health e Not for Profit presso SDA Bocconi School of Management.

I temi che saranno affrontati mirano a focalizzare l’attenzione del farmacista ospedaliero su aspetti pratici e concreti che impattano il paziente; come gli unmet need e i benefici attesi nella sua prospettiva, e il sistema sanitario. Le decisioni sulla scelta degli antibiotici si baseranno quindi su valutazioni e analisi oggettive che riguardano la stima dei costi emergenti e cessanti delle terapie antibiotiche, i costi delle cure e il rapporto di costo-efficacia”.

Il programma STAR, che vede la partecipazione di circa 25 farmacisti ospedalieri provenienti dalle diverse Regioni, avrà una durata di sei mesi e si apre con una sessione di formazione frontale dal 30 Novembre al 2 Dicembre; erogata interamente a distanza nel rispetto delle vigenti disposizioni anti-COVID. Successivamente i partecipanti, suddivisi in quattro gruppi, lavoreranno nello sviluppo di altrettanti progetti di campo (Field Research Project), assegnati dalla Segreteria Scientifica del Programma STAR e con la mentorship di alcune delle Faculties del Programma stesso; che verranno infine presentati nel Workshop che concluderà questa prima edizione del programma prevista a Milano per il prossimo Maggio 2021.  

Il farmacista ospedaliero è la figura che vive in prima persona la sfida che il Servizio sanitario nazionale sta affrontando rispetto all’AMR e che ha un punto di vista ampio sull’intero processo di cura: è determinante nella definizione delle linee terapeutiche; nella gestione della terapia antibiotica e nel monitoraggio dei nuovi farmaci che, come nel caso degli antibiotici di nuova generazione, possono contribuire anche alla sostenibilità del SSN.

Insieme all’infettivologo e al microbiologo ospedaliero, il farmacista può dare una linea di indirizzo e guidare i programmi di amministrazione antibiotica prevedendo l’attuazione di misure congiunte ai vari livelli, promuovendo l’educazione a un uso appropriato degli antibiotici e azioni di prevenzione delle infezioni e di controllo in ambito ospedaliero.

Il corso mette a fuoco criticità e nuove opportunità per fronteggiare un fenomeno che sta mettendo in seria difficoltà il sistema sanitario-assistenziale e la sua capacità offrire cure adeguate, efficaci e tempestive a pazienti già critici e che a causa delle resistenze possono giungere a esiti fatali” – interviene Francesco Cattel, Direttore della S.C. Farmacia Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e membro SITA. 

“Oltre a nuovi antibiotici in grado di agire su ceppi resistenti, fondamentali per offrire una nuova prospettiva di cura a questi pazienti, vi è anche la necessità di accrescere la positiva interazione tra farmacisti ospedalieri, infettivologi e microbiologi. Solo attraverso un approccio integrato di competenze trasversali sarà possibile mettere in atto misure congiunte e strategie di azioni con un indirizzo univoco e tempestivo, ispirate all’appropriatezza dell’uso di antibiotici e alla volontà di limitare il possibile sviluppo di ulteriori resistenze”.

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