In riscontro all’articolo del Sig. Rolando Scotillo, responsabile FISI Salerno.

Ha perfettamente ragione il Sig. Scotillo quando dice che “i detrattori degli infermieri sono gli stessi infermieri” infatti nell’articolo a sua firma, come segretario generale FISI, ha palesemente attaccato sul piano personale il Dott. Mauro Di Fresco Presidente onorario dell’AADI, infermiere e praticante avvocato da oltre 20 anni, che da sempre si batte per l’emancipazione della professione e per i diritti degli infermieri, fina da quando il Sig. Scotillo era ancora in fasce…Il curriculum del Dott. Di Fresco, infatti lo precede, essendo conosciuto nel panorama sanitario da tutti gli infermieri e gli stakeholder istituzionali. La lesa maestà dello Scotillo è scaturita dal semplice fatto che l’associazione, nella persona del suo attuale Presidente, il Dott. Carlo Pisaniello, ha avuto l’ardire di commentare gli articoli propagandistici pubblicati su varie testate giornalistiche online di settore, articoli che per come sono stati enfatizzati avrebbero alimentato solo false speranze su una prospettiva che attualmente non è per nulla percorribile, ossia, la fine del vincolo di esclusività per i dipendenti pubblici comparto sanità. 

Ma tant’è, evidentemente è più importante lasciarsi andare ai falsi proclami piuttosto che dire la verità ai propri iscritti e all’intera platea del comparto sanitario. Scotillo nel suo articolo di replica alla disamina attenta e puntuale dell’AADI sulla sentenza, corroborata anche da un altro articolo a firma della UIL che arriva alle nostre stesse conclusioni, attacca direttamente l’AADI e il Dott. Mauro Di Fresco padre putativo dell’associazione, tentando di far intendere al lettore che l’associazione vorrebbe togliere le speranze a tutto il comparto sanità di poter svolgere la propria attività privata ed intramoenia come già avviene per la dirigenza per enti pubblici e privati (questo dice la sentenza, errando) ma senza rendersi conto che sta affermando un falso giuridico perché la sentenza oggetto della diatriba non dice che da domani gli infermieri o in generale il comparto potranno fare l’attività privata, ma semplicemente che, seguendo le memorie di parte appellata, la tassa OPI rimane in capo al dipendente perché attualmente gli infermieri svolgono in ospedale sia le prestazioni aggiuntive che attività intramoenia e per questo non possono considerarsi  sotto vincolo di esclusività assoluto.

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Ma è ovvio che il giudice ha mal interpretato la legge ed il contratto, perché è vero che l’infermiere attualmente svolge l’attività intramoenia e le prestazioni aggiuntive, ma lo fa in via esclusiva per l’azienda presso la quale lavora non potendo farlo, perché assolutamente incompatibile per altri enti privati e men che meno per enti pubblici. Ma vediamo gli articoli :

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Negli articoli summenzionati, lo stesso Scotillo che si firma come Segretario Generale FISI, Federazione Italiana Sindacati Categoriali e che sappiamo essere anche impegnato in politica nel partito dell’UDC, vuole farci intendere che a seguito della sentenza pronunciata dalla Corte di Appello di Salerno in funzione di giudice del lavoro, al personale del comparto sanità, nella fattispecie a quello infermieristico, sarebbe stata concessa l’opportunità di poter svolgere l’attività privata senza il vincolo di esclusività con l’azienda datrice di lavoro una vittoria epocale secondo lo Scotillo e lo fa inserendo negli articoli gli stralci della sentenza in stessa. 

E lo fa con una enfasi da “Golden Globe” senza però aver capito che invece la sentenza non dice per nulla questo, ma asserisce che la tassa OPI non è addebitabile in capo al datore di lavoro semplicemente perché l’infermiere, all’interno del suo ambito di lavoro che svolge le prestazioni aggiuntive e l’intramoenia è parimenti equiparabile alla dirigenza, una follia giuridica perché in palese contrasto con DPR n. 3/1957 e il D.lgs n. 165/2001 oltreché, incostituzionale, come già ampiamente espresso nell’articolo pubblicato sulla rivista Nursetimes dall’AADI a questo link.

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Ora, avere delle opinioni diverse in merito ad argomenti complessi come quelli che ineriscono il diritto è legittimo, soprattutto quando gli interlocutori che argomentano la sentenza o un istituto giuridico sono due giuristi, ma diventa veramente complesso farlo quando qualcuno si arroga il diritto o un titolo che non ha, cosa che il Sig. Scotillo non ci risulta avere. 

Quindi pur comprendendo l’intento propagandistico dello Scotillo, lo invitiamo a prepararsi meglio quando intende affrontare argomenti che non sono patrimonio del suo background accademico e didattico, ricordandogli che invece i componenti dell’AADI, tutti, nessuno escluso hanno.

Ma lo Scotillo non soddisfatto della pessima figura, insiste nello screditare il Dott. Di Fresco “Chi rappresenta lo ha affermato lo stesso Di fresco nel suo curriculum e sappiamo, anche, forse che questa sentenza gli ha dato molto fastidio, forse per il semplice fatto che ad ottenerla non sono stati i sindacati che lui rappresenta, né lui. Ed a questo punto viene da domandarsi: chi ha fallito?” ci viene da sorridere dell’innocenza dello Scotillo nel dichiarare che il Di Fresco avrebbe fallito, ci ricorda altri personaggi che in tutti questi anni hanno tentato di farlo e con pessimi risultati, ma ben sapendo che per come interpreta le sentenze lo Scotillo, che ricordiamo ha perso sia il decreto ingiuntivo che l’appello contro l’azienda per la quale lavora, penserà che anche se verrà condannato per diffamazione aggravata a mezzo stampa di cui all’art. 595, co. 3 c.p., avrà comunque vinto…sic!! Buon per lui.

Insiste, “Ma questi chi rappresentano? E soprattutto si rendono conto di aver affermato che i dirigenti tutto possono, mentre coloro che loro reputano di rappresentare nulla possono fare? Si rendono conto che qualcuno sta proprio combattendo contro questa discriminazione e forse ha, proprio, improntato la causa proprio sulla discriminazione esistente?”.

Il Sig. Scotillo continua a discreditare il nome dell’associazione alludendo che siamo contro gli infermieri e che siamo a favore della dirigenza che tutto può mentre il comparto no, a parte la discutibile modalità argomentativa, che lasciano il tempo che trovano, qui preme invece significare all’infermiere Scotillo, che forse non ha ben compreso che sia il decreto ingiuntivo che il successivo Appello li ha persi e non vinti e che trarre quindi conseguenze favorevoli alla categoria da queste due sentenze è un mero esercizio di fantasia scaturito dalla sua mente ma che non si evince dagli scritti in nostro possesso.

Quindi, concludendo, si lo Scotillo ha perfettamente ragione, “i detrattori degli infermieri sono gli stessi infermieri” e lui è riuscito benissimo nell’intento.

Il direttivo AADI

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