Riceviamo e pubblichiamo la nota di un collega da leggere tutta di un fiato:

”Da eroi a untori , da pecore ad assassini, da venduti a cavie
A voi l’evoluzione o l’involuzione dell’infermiere nell’epoca covid!
Cosa altro saremo costretti a subire ancora?
Quali altre belle parole ci riserveranno , compresi i miei cari colleghi che per mesi sono stati comodamente seduti sul sofà a guardare noi che rischiavamo la vita, allo stesso prezzo loro , e anche per loro?
I giorni di malattia fioccavano eh
I numeri erano alti…in un solo giorno..
Vi mancava il coraggio
Quello che ora avete nel gridare allo scandalo per il green pass o per i vaccini
Ora gridate alla libertà, alla libertà!
E perché non lo avete fatto quando ci avete imprigionato nelle corsie.?
Quando quasi tutto si è fermato o ha rallentato mentre noi non avevamo quasi più fiato per fare quello che forse ,fatto da più persone, avrebbe risparmiato tanto…
Avrebbe risparmiato dolori e ferite
Noooo
Li era comodo stare a casa, prendere lo stipendio, e magari pure giudicare come venivano fatte le cose.
Vi siete limitati a guardare aldilà del vetro
Tanto ,dentro l’inferno c’eravamo noi.
Così come le persone alle quali io e tanti altri come me , assicurano tutti i giorni l’assistenza.
Senza nessuna differenza
Con responsabilità e rispetto verso chi ha bisogno e verso il posto di lavoro che si ha.
Siamo pagati certo, poco , ma lo siamo
Tutti vengono pagati per il lavoro che fanno
Nessuno lavora gratis
Anzi chi lavora, lo fa pure per chi non lo fa
Per sfortuna o per altro .
E vedo , e ascolto , e leggo.
E provo schifo e vergogna per voi
E rabbia…tanta..
E non parlo di chi può pensarla diversamente
Per carità
Siamo diversi
Abbiamo, per fortuna , pensieri e idee diverse
Parlo di chi non ha rispetto
Di chi non ha rispetto per il dolore
Di chi non ha rispetto della vita
Di chi non ha rispetto della verità
Quella che non si può cambiare
La verità che è sulle ferite delle persone
Quella che la Tachipirina e la vigile attesa non hanno cambiato o risparmiato
La verità che scorre nelle lacrime e nella rabbia delle persone rimaste
Degli ultimi istanti rimasti
La verità di Francesco,
La verità di Maria
La verità di Michelangelo
La verità di Pasquale
La verità di Angelo
La verità di Giovanni
La verità di Claudio
La verità di chi non c’è più , e non per colpa nostra .
Noi ce l’abbiamo messa tutta
Abbiamo dato il sangue
Abbiamo sacrificato i nostri cari
La notte e il giorno erano uguali
I corridoi affollati
I posti tutti occupati
Ogni giorno di più
Senza mai finire
Fino alla fine
Senza mai respirare
Nel bel mezzo del caos e di una guerra
Poco vi è stato raccontato
E non vi è bastato
Tanto chi parla , è chi non ha subito
Perché chi lo ha vissuto
Non serve che parli
Basta guardarlo e toccarlo
Sono vivi e dolenti i ricordi
Bruciano ancora
E fanno tanto male
A volte basta chiudere gli occhi
Tutto appare come reale
Quegli sguardi e quell’occhi
Quei suoni assordanti
E le urla strazianti
Le mani poi strette
Che si sono perse.
Ma cosa vi devo raccontare…
Se anche di questo riuscite a dubitare
Qui il coraggio ce l’avete
Tanto nulla rischiate
Perché se avrete bisogno
Noi saremo lì ad aspettarvi
E le mani a mostrarvi
Come gesto d’aiuto
Perché questo è il nostro lavoro
Questo è il nostro dovere
Essere infermiere e null’altro
Ne’ pecora e ne’ cavia
E nemmeno gli eroi come voi ci avete chiamato
Ma professionisti che credono alla scienza
Quella che ora anche a voi permette di respirare
Perché altrimenti saremmo ancora qui a contare
E a correre per poter salvare
E sempre a rimandare
Perché noi non solo il covid stiamo curando
Ma in molte cose la vita , stiamo salvando.

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Nicola De Giosa

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