Scoperto farmaco diuretico che blocca il Sars-Cov-2

Nonostante lo sviluppo dei vaccini sia in una fase molto avanzata, attualmente non ci sono farmaci antivirali efficaci per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2. Un team di ricercatori del dipartimento di Scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso dell’Università degli studi di Bari in collaborazione con l’Università Campus Bio-Medico di Roma ha pubblicato un recentissimo studio il 13 Gennaio 2021 che ha come obiettivo quello di centrare l’attenzione su un vecchio farmaco diuretico, l’acido etacrinico, rivalutato come possibile nuovo punto di partenza per una strategica terapia vincente contro il SARS-CoV-2.


Il risultato più importante di questa analisi è l’aver dimostrato che l’acido etacrinico, è un inibitore efficace della proteasi principale SARS-CoV-2.

Tutto il bagaglio di conoscenze, accumulato in breve tempo grazie all’enorme sforzo collettivo della comunità scientifica, sulla struttura e la funzione di Mpro (dall’inglese “Main Protease”);  la proteasi principale del SARS-CoV-2, senza la quale il virus non può replicarsi e infettare nuove cellule, ha spinto verso una serie di lavori per lo studio di farmaci attraverso la sperimentazione clinica in silico. Recentemente la “ricollocazione dei farmaci” è stata riconosciuta come un approccio alternativo per trovare nuove indicazioni per farmaci già approvati (a volte anche abbandonati). Questo approccio risulta meno costoso, poiché la sicurezza del farmaco in esame è stata già valutata ed approvata; ed è per questo che è stato preso in considerazione per il trattamento di COVID-19, valutando la possibilità di identificare gli inibitori di questo enzima. 

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Il concetto base da cui prende il via la ricerca è il “molecular docking”; ovvero un metodo che predice l’orientamento preferito di una molecola verso una seconda quando queste si legano fra di loro per formare un complesso stabile. Questo metodo può essere utilizzato per prevedere l’affinità di legame di piccoli ligandi ad una proteina bersaglio. Lo studio si è quindi basato sull’uso di differenti conformazioni proteiche in modo tale che la struttura della proteina presa in esame fosse sufficientemente rappresentata. Questa tecnica può essere utilizzata solo se è disponibile un numero sufficiente di dati per la proteina di interesse. Fortunatamente, grazie allo sforzo internazionale di biologi strutturali e cristallografi, è stato ottenuto un numero impressionante di SARS-CoV-2 Mpro.

La ricerca si è concentrata sui potenziali inibitori sia competitivi che irreversibili di Mpro. È stata testata l’attività inibitoria su Mpro di alcune di queste sostanze in vitro, escludendo quelle particolarmente tossiche, come i farmaci antitumorali (sarebbe difficile immaginare i farmaci antiblastici come terapia da somministrare a pazienti affetti da forme gravi di COVID-19), o sostanze che agiscono a concentrazioni molto basse sul loro recettore. 

La ricerca ha portato all’identificazione  dell’acido etacrinico (acido 2- [2,3-dicloro-4- (2 metilidenebutanoil) fenossi] acetico), un derivato chetonico insaturo dell’acido arilossiacetico appartenente alla classe dei diuretici dell’ansa. Questa molecola è in grado di legarsi al sito attivo di Mpro con un’energia di legame tale da collocare l’acido etacrinico tra i più potenti inibitori di Mpro tra i farmaci approvati per uso clinico.


L’acido etacrinico è un potente diuretico, che deve essere somministrato in maniera controllata per non aggravare, ad esempio, fenomeni trombotici in conseguenza di forti alterazioni del bilancio idrico. 

L’obiettivo dello studio è quello di stimolare, per mezzo di questi risultati, ulteriori ricerche per valutare la reale efficacia dell’acido etacrinico nel trattamento del COVID-19. Inoltre, il fatto che l’acido etacrinico sia in grado di inibire la proteasi in modo estremamente efficace, potrebbe essere una solida base per studi di chimici e medici per migliorarne l’efficienza.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Viruses

Francesca Pia Biscosi

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