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Truffati migliaia di studenti di Medicina e Infermieristica da finta università straniera

Era presentato come il dipartimento in Italia dell’Università di Goradze, in Bosnia Erzegovina, ma in realtà l’Istituto Jean Monnet, con sede a Palermo, non era altro che un’università fasulla.

Nonostante i corsi di studio online e l’applicazione di tirocini, infatti, lo pseudo-ateneo italo-bosniaco è risultato non essere mai stato autorizzato dal ministero dell’Università e della ricerca (Mur). E così un migliaio di studenti italiani sono rimasti vittime di una truffa, buttando al vento diversi anni di studio nell’ambito di Medicina, Fisioterapia e Infermieristica, oltre ai quasi 30mila euro spesi per conseguire un titolo che non vale nulla.

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La vicenda, nata dalle segnalazioni di alcuni studenti, nella giornata del 6 marzo ha portato ai primi indagati per truffa, riciclaggio e omessa dichiarazione fiscale a Palermo. Si tratta di Salvatore Messina, già arrestato nel 2004 per una frode alla Ue da 9 milioni di euro su corsi di formazione (fu condannato, ma se la cavò con la prescrizione), di suo figlio Dario e di Alessio Culotta, considerato il prestanome.

Il caso della finta università a Palermo è stato oggetto di un’interrogazione della senatrice di Forza Italia, Daniela Ternullo, e ha costretto anche l’ambasciata della Bosnia-Erzegovina in Italia a intervenire. “Davvero una brutta storia – ha commentato l’ambasciatrice Amira Arifović Harms –. Abbiamo chiesto informazioni all’ambasciata italiana a Sarajevo e avvisato il ministero degli Affari esteri bosniaco, che avvertirà le autorità competenti per accertare eventuali responsabilità. Ma noi non siamo coinvolti, né sappiamo nulla di quanto accadeva in questa università”.

Già tre anni fa il Mur aveva inviato una nota alla Conferenza dei rettori delle università italiane, avvertendo che in alcune facoltà erano stati riconosciuti esami sostenuti alla Gorazde di Palermo “in aggiramento della normativa italiana sull’accesso programmato”. Il ministero ha ora precisato che “nessuno ha risposto ufficialmente a quella nota”.

Redazione Nurse Times

Fonte: https://nursetimes.org

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