Prima la lettera inviata alle istituzioni. Ora la petizione su Change.org. Prosegue la “crociata” della Cnai (Consociazione Nazionale Associazioni Infermiere/i) contro l’istituzione dell’assistente infermiere. “Stop alla proposta dell’assistente infermiere” è il titolo della nuova iniziativa, lanciata dal presidente nazionale Walter De Caro con questa motivazione: “Petizione per un futuro di eccellenza nell’assistenza infermieristica: no all’assistente Infermiere, sì a un sistema sanitario che valorizzi le competenze infermieristiche”. Mentre scriviamo le firme raccolte sono 2.600.
“Negli ultimi tempi – si legge nel testo della petizione – si sta discutendo la proposta di introdurre la figura dell’assistente infermiere. Tuttavia, secondo le evidenze della ricerca in ambito internazionale, questa opzione rischia seriamente di compromettere la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti. Simili proposte, infatti, per quanto possano apparire come soluzioni immediatamente economiche, comportano rischi enormi sul lungo termine per la salute di tutti noi”.
E ancora: “Si ritiene utile evidenziare che la maggioranza delle organizzazioni sindacali si sono espresse in forma non favorevole, evidenziando numerose criticità a tali proposte. Tra queste: CGIL, COINA, CONFINTESA, ANDPROSAN – associata COSMED, FIALS, FSI-USAE, MIGEP e SHC OSS, NURSING UP, UIL. A queste si aggiungono le maggiori associazioni/società scientifiche e, dal polso della situazione, buona parte della comunità infermieristica e degli operatori sanitari, a tutti i livelli”.
Quindi le proposte della Cnai per garantire l’assistenza infermieristica:
In conclusione la Cnai rinnova la richiesta alle istituzioni di “ripensare la proposta di introduzione dell’assistente infermiere e di avviare un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte, incluse associazioni e società scientifiche infermieristiche e organizzazioni sindacali. Soltanto attraverso un confronto pacato e attento potremo insieme trovare una soluzione equa e rispettosa alle diverse esigenze”.
Redazione InfoNurse
Fonte: Nurse Times
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