Bonazzi, Fsi-Usae: “100 Mln in Bilancio per indennità generica per le professioni del Ssn con un articolo 74 bis. Va bene, ma non ci piace!”
Fsi–Usae accoglie con moderata soddisfazione il via libera dalla Commissione Bilancio all’emendamento alla Legge di bilancio una specifica indennità di “tutela della persona e promozione della salute” da attribuire alle altre professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, ostetriche, agli assistenti sociali e agli operatori sociosanitari, a partire dal 1 gennaio 2021 per un importo complessivo di 100 milioni annui nel prossimo rinnovo contrattuale.
L’emendamento infatti, se da una parte risolve il problema di una disparità di finanziamento del trattamento economico fra le professioni sanitarie dall’altra non rende giustizia a tutti i professionisti sanitari e socio sanitari che contribuiscono ad attuare il diritto alla salute. L’indicazione di indennità proposta con il nuovo emendamento (nuovo art. 74 bis) è generica e per tutti a differenza di quella di cui all’art. 74 che è specifica. E lo stanziamento di cento milioni di euro significa che l’indennità varrà mediamente meno di 2 euro netti al giorno pro capite: una miseria.
“100 milioni e una indennità generica in legge di bilancio per le professioni sanitarie e socio sanitarie con un articolo 74 bis. va bene, ma è una soluzione che non ci piace. la nostra proposta era differente ma; evidentemente, il nostro paese non è ancora pronto ad avere dei professionisti della salute adeguatamente retribuiti” – chiosa Adamo Bonazzi, Segretario Generale Fsi-Usae “Noi avevamo proposto una riformulazione dell’articolo che prevedeva il raddoppio dell’indennità infermieristica già prevista nel testo governativo e che introduceva, con nuovi commi, delle specifiche indennità per ognuna delle professioni sanitarie e socio-sanitarie.
Non è solo una questione economica, è anche una questione di dignità professionale, che con il testo approvato, viene riconosciuta solo agli infermieri. Per un professionista del Ssn oggi gli stipendi valgono meno di quelli di venti anni fa quando si ragionava ancora in lire. E anche l’indennità oggi in previsione non basterà a soddisfare le attese retributive minime della categoriache, oggi, significa posizionare gli stipendi almeno sopra i duemila euro, cifra che oggi sembra impossibile ipotizzare con il prossimo rinnovo contrattuale.
Serve uno sforzo straordinario: serve un finanziamento straordinario della revisione del sistema di classificazione professionale del personale dei ruoli sanitario, socio-sanitario, tecnico ed amministrativo, nonché l’accesso alla dirigenza come naturale evoluzione della carriera professionale. Ora davvero l’ultima chance per riallineare gli stipendi è quella di attingere al Mes sanitario”.
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