FISI: basta caccia alle streghe, afferire ad un Ordine non significa perdere il diritto alla libertà di espressione
Di seguito la lettera della FISI (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) indirizzata alla Presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli:
”Oggetto: contestazione addebito e avvio procedure disciplinari per professionisti sanitari infermieri per dichiarazioni rese su emergenza sanitaria, pandemia e pratica vaccinale.
È con sommo stupore che la scrivente O.S. appura dell’esistenza nel nostro territorio nazionale di contestazione di addebiti vari e di avvii – da parte di diversi Ordini provinciali delle professioni infermieristiche – di procedure disciplinari nei confronti di professionisti sanitari – Infermieri –. A monte di queste procedure vi sarebbero le dichiarazioni rese, da parte dei professionisti prima citati, a mezzo stampa e/o sui social aventi come oggetto critiche alla gestione della Pandemia e critiche sulla utilità e sulla componente rischi / benefici della pratica vaccinale.
Certamente non sfuggirà alla S.V. che la materia ha – a livello scientifico – alimentato una discussione ed un confronto tra gruppi di scienziati molto articolata e di non univoca interpretazione. Infatti, proprio sulla campagna vaccinale, bisogna rappresentare le problematiche avute con le somministrazioni di AstraZeneca prima e Johnson & Johnson ora, come non sono da sottovalutare le relazioni scientifiche che provengono dall’Inghilterra e da Israele (due Paesi che hanno praticato e completato la vaccinazione di massa).
Le problematiche, poi, connesse all’utilizzo nella campagna vaccinale del cosiddetto “Consenso Informato” – anche in presenza di un obbligo di legge che impone ai sanitari, di fatti, un “trattamento Sanitario Obbligatorio” – hanno generato ulteriori discussioni di carattere etico e morale tra i professionisti sanitari sulla libertà di scelta e di cura del singolo individuo, sia esso nelle vesti di semplice cittadino che di professionista sanitario. Insomma la discussione è aperta e non di facile risoluzione ed ogni cittadino deve poter discutere e partecipare su scelte che interessano la propria salute. Ed è qui, forse, l’arcano da risolvere: può un operatore sanitario avere e manifestare idee proprie – anche fortemente critiche – sull’operato delle Istituzioni o l’art. 21 della Costituzione Italiana (Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.) non vale per gli Operatori Sanitari? Ciò che appare strano fino all’irritante, poi, è il fatto che ci si ostini a considerare “No Vax” chi come operatore sanitario non ha idee allineate al Governo: infatti chi, in questo momento, come Operatore Sanitario è critico con la campagna di vaccinazione di massa che si sta effettuando in Italia è – al massimo – considerabile “Free Vax” e pone un quesito molto importante : può un Governo imporre una sperimentazione sulla intera popolazione obbligando i Sanitari ad inocularsi una terapia genica che non ti immunizza, ti espone comunque alla infezione ed alla trasmissione del virus con possibili rischi per la salute ? I manuali di biologia ed immunologia e la letteratura scientifica parlano in maniera molto chiara e definiscono il significato del termine “vaccino”, che nei fatti non corrisponde alla pratica vaccinale che si sta eseguendo in tutta Italia per i motivi prima citati.
Ciò premesso sono arrivate segnalazioni alla nostra O.S. di Presidenti delle OPI del Veneto che hanno minacciato “di stanare tutti gli Infermieri No Vax” (??) o, ad esempio, da Brescia ove un Infermiere è stato posto dal proprio Ordine sotto procedimento disciplinare poiché, come accusa la Presidente : “……sono pervenute ulteriori segnalazioni riferite ad una nuova serie di affermazioni e prese di posizione pubbliche volte a mettere in dubbio la validità delle misure di contenimento della pandemia in corso e della relativa campagna vaccinale, con conseguente propaganda di teorie non supportate da dati di letteratura scientifica, oltre a denigrare l’azione delle Autorità preposte alla gestione dell’emergenza sanitaria ed anche dello stesso Ordine delle Professioni infermieristiche e l’autorevolezza del Codice Deontologico….”
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR), adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a Parigi nel 1948, afferma che “ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” (articolo 19).
Voglia la S.V. in indirizzo prendere atto che il Professionista Sanitario Infermiere è, sempre e comunque, un cittadino libero di esprimere le proprie idee ed il proprio pensiero fino a querela di parte. Fino a quel momento le parole della Presidente dell’OPI di Brescia nella contestazione disciplinare mossa nei confronti dell’Infermiere e che si riassumono in: “……sono pervenute ulteriori segnalazioni riferite ad una nuova serie di affermazioni e prese di posizione pubbliche…” assumono il sapore amaro di chi butta la pietra e nasconde la mano con una metodologia che ricorda i “delatori di regime” nell’Italia fascista, ove bastava una semplice segnalazione per eliminare o mettere sotto processo “soggetti scomodi”. Siamo sicuri che la Presidente dell’OPI di Brescia saprà discernere tra “segnalazioni da regime” e diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere. Vorremo, però, che mai – un Infermiere, Medico o professionista sanitario – venga fatto oggetto di procedimenti disciplinari per aver espresso un proprio convincimento sulla gestione della pandemia, sulla libertà di cure e sulle alternative di cura alla pratica vaccinale. Voglia la S.V. in indirizzo prendere atto di quanto affermato dalla scrivente, valutare e – nel caso – intervenire per chiarire a tutti che l’Infermiere, in occasione di lavoro, è tenuto ai comportamenti previsti dal codice deontologico e che al di fuori della sfera professionale è un cittadino libero come tutti e, come tutti, ha diritto ad avere idee proprie ed a manifestare il proprio pensiero e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere. Sicuri di un vostro intervento, mi è grato rivolgervi distinti saluti. ”
Ultimi articoli pubblicati
- Pozzuoli (Napoli): paziente picchia una oss e marito devasta il Pronto soccorso
- Pesaro, donna picchia un’infermiera e scatena il caos in Pronto soccorso
- Pronto soccorso, Nursind: “Valorizzare gli infermieri per ridurre gli accessi impropri”
- Pronto soccorso: circa 4 milioni di accessi impropri nel 2023. I dati Agenas
- Bertolaso: “Abbiamo ricevuto disponibilità da Paraguay e Argentina per 3mila infermieri e 500 medici”
Clicca MI PIACE sulla nostra pagina:
https://www.facebook.com/InfoNurse.it/
"Seguici sul canale InfoNurse":