Giornata infermiere, Nursind: Recovery sia occasione per valorizzare professione
Roma, 12 maggio – “Tutelare la categoria degli infermieri e valorizzarne la professione. Solo così si può pensare di disegnare la sanità del domani e riempire questa ricorrenza di significato. E non solo di parole”. Lo dice il segretario del Nursind Andrea Bottega, in occasione della celebrazione della Giornata internazionale dell’infermiere. “In questi 15 mesi di pandemia, gli infermieri sono passati da eroi a untori, quando non sono stati del tutto dimenticati – continua Bottega -. Adesso, alla prova del Recovery, Governo e Parlamento potranno dimostrare coi fatti se davvero vorranno rivedere in modo organico il rapporto tra le professioni sanitarie. Non si può immaginare infatti un ammodernamento del sistema se non a partire da qui. ‘De-professionalizzare’ le attività infermieristiche non porta da nessuna parte”.
La ricorrenza del 12 maggio è per il Nursind pure l’occasione per sollevare ancora una volta il problema della carenza di organico “che la lotta al Covid-19 ha mostrato in tutta la sua gravità. E’ chiaro che non è una questione che si risolve dall’oggi al domani, ma – mette in guardia il sindacato – non può neppure giustificare l’attribuzione ad altre figure, anche non sanitarie, di attività proprie della categoria. Come pure è accaduto in questi mesi. Ecco perché continuiamo a chiederne a gran voce il riconoscimento delle competenze e delle responsabilità del proprio lavoro. Anche per scongiurare il rischio che, terminata l’emergenza pandemica, riprenda il fenomeno della migrazione all’estero degli infermieri, complice pure un trattamento economico che rimane tra i più bassi d’Europa”.
Proprio sul piano economico, il sindacato ricorda la ferita lasciata aperta dalla Legge di Bilancio “con un riconoscimento simbolico dell’indennità specifica che gli infermieri non hanno ancora visto in busta paga e non sanno quando la vedranno. Decidere di vincolarla alla contrattazione, infatti – punge Nursind – non è stato di certo un segnale di attenzione per gli sforzi compiuti in questi mesi”. “Senza contare che – conclude Bottega -, dopo la prima fase dell’emergenza, il Governo non ha più coperto neppure la spesa per il pagamento delle indennità stipendiali dei neoassunti in terapie intensive e reparti Covid. Risorse che, quindi, le aziende sanitarie hanno reperito dai fondi destinati alle progressioni di carriera e alle premialità del personale”.
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