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Muore il pioniere dell’illuminismo cardiochirurgico

Scompare oggi il professore Fausto Rovelli, fondatore della Fondazione De Gasperis (che affianca il dipartimento cardiotoravascolare dell’Ospedale Niguarda), un grande protagonista della cardiologia italiana, un uomo che ha svelato i segreti del cuore e ha lasciato un segno importante nell’innovazione in campo cardiovascolare, senza dubbio una delle figure più emblematiche della Milano del ‘900.

Si spegne all’età di 102 anni dopo una lunga ed illustre carriera come “maestro” in campo medico. La sua scomparsa ha lasciato una grande eredità ed un vuoto incolmabile nella Fondazione A. De Gasperis e nel Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda – Fausto Rovelli è tra i soci fondatori di entrambi –. Seguendo la strada aperta dal suo maestro professor Angelo De Gasperis, infatti, Fausto Rovelli ne ha continuato e sviluppato l’opera, assegnando al Dipartimento e all’Ospedale un ruolo di punta avanzata nel panorama nazionale per l’evoluzione della cardiologia e della cardiochirurgia, la formazione sempre più specialistica del personale medico, la ricerca scientifica e l’applicazione di nuove tecnologie alla diagnosi e alla cura delle patologie cardiovascolari.

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Come ricordato dalla dottoressa Maria Frigerio, allieva del professor Rovelli e ora alla guida del reparto di Insufficienza cardiaca e Trapianti, in occasione del cinquantesimo della fondazione ( 19 novembre 2018): « Ai tempi in cui è nato il De Gasperis, la cardiologia era soltanto una modesta “costola” della medicina interna. È allora che Fausto Rovelli ha l’intuizione di agganciare lo sviluppo della cardiologia a quello della cardiochirurgia (che a sua volta era un segmento della chirurgia toracica), creando di fatto il prototipo del dipartimento del cuore».

Si deve alla sua vocazione pionieristica, all’inizio degli anni Ottanta, la pronta intuizione di utilizzare precocemente un farmaco in grado di sciogliere il trombo (la cui formazione all’interno dei vasi che portano sangue al cuore determina l’infarto), in modo da intervenire, oltre che sulle conseguenze (aritmie, arresto, scompenso), sulla causa dell’infarto, limitandone il danno al cuore. Un punto di partenza che di lì a poco sfociò in uno studio che coinvolse 12 mila pazienti in tutta Italia e venne riconosciuto a livello internazionale come una delle pietre miliari nella storia della cardiologia.

Indimenticabile il suo contributo nello sviluppo delle cure e competenze nel trapianto cardiaco per insufficienza cardiaca, per la cura dell’infarto miocardico e la diffusione della cultura cardiologica con la realizzazione, in collaborazione con il prof. Renato Donatelli, di un “corso di aggiornamento” annuale (noto oggi come “corso di Rovelli) per generazioni di medici cardiochirurghi, cardiologi e internisti.

Per la Fondazione Fausto Rovelli è stato soprattutto un ispiratore e un amico. «Impossibile dimenticare che, pur avendo smesso di svolgere la professione medica da oltre trent’anni, il professor Rovelli ha continuato a seguire con attenzione e interesse la nostra attività, onorando della sua autorevole presenza anche l’ultimo evento in presenza organizzato dalla Fondazione nel 2019”, ricorda il presidente della Fondazione Benito Benedini. «La sua capacità di visione e il suo rigore nel metodo di lavoro», chiosa Benedini, «hanno ispirato e accompagnato l’intero processo evolutivo che ha permesso alla storica Associazione Amici del Centro De Gasperis di diventare l’attuale Fondazione Angelo De Gasperis e di accompagnare, per oltre 50 anni, l’attività del Dipartimento Cardiotoracovascolare promuovendone l’attività di prevenzione, cura, formazione e ricerca in ambito cardiologico».

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