Nursing Up – La Regione attivi subito il potenziamento della medicina/assistenza territoriale, il sistema rischia il collasso in tempi brevissimi

L’unica strada per provare ad uscire dall’emergenza enorme che stiamo affrontando per la diffusione dei contagi Covid è potenziare immediatamente la medicina/assistenza territoriale.

Bisogna fare in modo che la gente possa essere curata, nei casi che lo permettonoù; il più possibile a casa propria per sgravare le strutture sanitarie da un numero esorbitante di accessi che le stanno mandando in default. Anche perché gli ospedali; come abbiamo visto con il caso dell’ospedale Martini di Torino; sono in molti casi costretti a chiudere i Dea perché trasformate in aree covid, andando giocoforza a sovraccaricare le strutture limitrofe che rimangono aperte. L’esempio di Torino è poi significativo di quello che sta accadendo nel resto del Piemonte. Di questo passo lo schianto del sistema sanitario è inevitabile.

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Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede alla Regione l’immediata creazione di una task force o una cabina di regia che si impegni a potenziare la medicina territoriale in tempi brevissimi mettendo medici e infermieri nelle condizioni di curare le persone; laddove sia possibile, a casa loro.

Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri, con il Segretario Aziendale Nursing Up dell’asl Città di Torino, Fausto Russo, spiegano: “Purtroppo non c’è dubbio che di questo passo il collasso del sistema sanitario sia vicino. Il perché è presto detto: le persone, quando sanno o sospettano di aver contratto il Covid, si spaventano e inevitabilmente alla prima sintomatologia ricorrono al servizio sanitario.

E qual è il primo referente a cui tutti si rivolgono? È il Pronto Soccorso. Il punto è che non deve essere il Pronto Soccorso il punto di riferimento dell’utente; ma deve essere il Medico di Famiglia, l’Infermiere territoriale, le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziali) che sono state in Piemonte e all’ASL Città di Torino un enorme e vergognoso flop.

La verità è che oggi paghiamo errori enormi del passato anche recente. I nostri appelli sono stati inascoltati e trattati come lamentele sterili, ma oggi risuonano come amari presagi. Più assunzioni, medicina territoriale, infermieri di famiglia, tutti argomenti che da mesi andiamo ripetendo e che sono validi in ogni azienda sanitaria del Piemonte. Ora, senza un cambiamento radicale, si potrebbe arrivare a toccare il fondo prima del previsto.

È necessario rafforzare i medici di famiglia, lasciati soli senza protezioni e con pochi poteri, i professionisti e gli operatori dell’assistenza domiciliare; risorsa fondamentale e trascurata che avrebbe potuto contribuire alla riduzione degli accessi al Pronto Soccorso. La centrale operativa 118 è ormai in tilt, c’è una grande carenza di infermieri per rispondere alle centinaia di chiamate dei cittadini che chiedono aiuto ogni giorno perché non sanno a chi rivolgersi.

Si tratta di una situazione inaccettabile. Il servizio dedicato all’emergenza non può e non deve essere utilizzato da persone che potrebbero far riferimento alla medicina territoriale”.

Proseguono Delli Carri e Russo: “L’assistenza territoriale è materia delle ASL e questa all’ASL Città di Torino nel corso degli anni è stata depotenziata giorno dopo giorno; sovraccaricando sempre di più i Pronto Soccorso della stessa ASL (Maria Vittoria, Martini e Giovanni Bosco) e quelli delle Aziende Sanitarie limitrofe.

La stessa cosa incredibilmente è avvenuta nel resto del Piemonte, in tutte le province. Ad aprile, il responsabile della task force Ferruccio Fazio aveva dichiarato che avrebbe verificato le funzionalità della sanità territoriale piemontese, identificando le cause di eventuali criticità e trovando i correttivi da attuare ridisegnando una mappa efficiente ospedale – territorio pronta ad affrontare qualora si fosse presentata una seconda ondata dopo l’estate. Dov’è finito questo piano?

Oggi gli Infermieri che lavorano in ospedale sono stremati e stanchi, ogni giorno decine, centinaia, di infermieri risultano positivi al Coronavirus, e quando gli infermieri saranno finiti perché tutti in malattia, che cosa si farà? La Regione deve assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo.

 La verità è che gli Infermieri ci sono, bisogna pagarli e liberarli dal vincolo di esclusività a cui sono incatenati dal Governo stesso per una norma contrattuale vecchia e che andrebbe superata. Bisogna attivare le prestazioni aggiuntive a cifre adeguate e non vecchie di vent’anni. E soprattutto, va creata nel più breve tempo possibile una cabina di regia che lavori subito sul potenziamento della rete territoriale. 

Solo così si potranno alleggerire i Pronto Soccorso e gli ospedali che non hanno più né spazi né operatori sanitari in gradi di dare risposta alle centinaia di cittadini che vi accedono quotidianamente”.

Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri

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Redazione InfoNurse

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