Usa, studio lancia l’allarme oppioidi
Verificata la relazione tra i farmaci ricevuti in omaggio dai medici e l’aumento delle relative prescrizioni.
I medici che hanno ricevuto omaggi dalle aziende farmaceutiche produttrici di medicinali oppioidi hanno maggiori probabilità di prescrivere questi prodotti ai loro pazienti l’anno successivo, a confronto con i camici bianchi che non hanno avuto alcun riconoscimento dall’industria. Lo rivela una nuova analisi condotta dall’Università di Pittsburgh e pubblicata sul Journal of General Internal Medicine, la prima ad applicare solidi metodi di analisi statistica per esaminare la relazione tra donazioni e prescrizione di oppioidi.
La legge americana impone alle aziende farmaceutiche di segnalare il valore in dollari dei doni che si fanno ai medici, comprendenti pasti, viaggi, alloggi, corsi, spese di consulenza e onorari o compensi per “servizi diversi dalla consulenza”, e di indicare qualsiasi prodotto promosso dalla società in relazione all’omaggio. “Ogni cento americani, nel 2017, sono state compilate 58 ricette di questi antidolorifici – evidenzia l’autore principale dello studio, Mara Hollander –. Una quantità enorme in un Paese che sta lottando con una gravissima epidemia di dipendenza da oppioidi. La nostra ricercaindica un potenziale elemento motivatore dietro queste scelte prescrittive, che potrebbe essere ridotto attraverso interventi politici specifici”.
Hollander e il suo team di ricerca hanno utilizzato un database dei Centers for Medicaid e Medicare Services per ottenere informazioni sui doni ricevuti dai medici nel 2014 e nel 2015 da società farmaceutiche e di dispositivi medici, in relazione alla promozione di farmaci oppioidi. Quindi hanno abbinato questi dati con quelli di Medicare sulla prescrizione medica di questi prodotti nel 2015 e nel 2016. Ciò ha permesso al team di verificare se i medici che avevano ricevuto doni avessero maggiori probabilità di prescrivere oppioidi l’anno successivo, e se esistesse un legame tra il valore in dollari degli omaggi e i livelli di prescrizione.
In tutto 236.103 medici sono stati inclusi nello studio. Il team ha poi fatto un ulteriore passo avanti nell’analisi, raggruppando i medici in sette grandi specialità per verificare se il legame tra doni e prescrizione differisse in base alla specialità medica: cure primarie, chirurgia, psichiatria e neurologia, medicina riabilitativa e sportiva, ematologia e oncologia, medicina del dolore e anestesiologia e altre specialità non chirurgiche. Ne è emerso che esiste una relazione tra doni e prescrizione di oppiacei in tutte le branche mediche considerate, ma con una notevole variabilità.
I medici di assistenza primaria avevano una probabilità 3,5 volte maggiore di essere nel quartile più alto di prescrizione di oppiacei quando ricevono doni del valore di almeno 100 dollari. Per psichiatri e neurologi le chance di prescrizione aumentata è di 13 volte più alta rispetto agli omologhi che avevano ricevuto omaggi di valore minore. Il team ha infine anche esaminato quali sono le società che più spesso fanno omaggi ai medici, scoprendo che in tutto sono 18, ma due aziende – Insys e Purdue, entrambe poi citate in diversi tribunali per le loro responsabilità nelle centinaia di migliaia di morti per overdose da oppiodi negli Usa – hanno raggiunto da sole quasi i due terzi del valore dei doni.
“Vorrei incoraggiare i responsabili politici e i funzionari sanitari statali e federali a scavare davvero in questi dati e a sviluppare interventi che affrontino la relazione tra regali da parte delle farmaceutiche e prescrizione di oppiacei – ha affermato l’autore senior Marian Jarlenski –. L’epidemia di dipendenza da questi medicinali è lontana dall’essere risolta. Sì, nell’ultimo anno abbiamo assistito a un livellamento del tasso di decessi per overdose, ma questo può mascherare sia l’enorme numero di persone che vivono con un disturbo da uso di oppiacei sia l’impatto che i tassi elevati di prescrizione continuano ad avere”.
Fonte Nurse Times
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