“La violenza contro le donne è un’emergenza che attraversa confini, culture e professioni. Ma dentro questa emergenza generale c’è una ferita ancora più profonda: quella che riguarda le donne che lavorano nel nostro Servizio sanitario nazionale. Le professioniste della sanità, infermiere in primis, sono tra le più aggredite in assoluto. Difenderle non è un atto simbolico: è un dovere dello Stato”. Lo dichiara Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up.
Uno studio pubblicato su Frontiers in Public Health documenta che, in media, il 45% delle professioniste della salute subisce aggressioni, con picchi fino al 58,7% nei contesti più critici. Inoltre ci sono dati paralleli che vale la pena citare, frutti di report autorevoli (quali OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità e ILO – International Labour Organization), che confermano l’incidenza globale delle aggressioni nel settore sanitario e che supportano la percentuale iniziale.
Stando a tali fonti:
Secondo la ricerca CEASE-it – Violence against nurses in the workplace, condotta da otto università italiane (capofila: Università di Genova), integrata dai dati ufficiali Inail sulle denunce:
Il presidente Nursing Up commenta: “I numeri CEASE-it e Inail li conosciamo bene e confermano ciò che denunciamo da anni: la violenza contro gli infermieri – e in particolare contro le infermiere – non è eccezione, è sistematica. E finché 120mila episodi resteranno sommersi, la ferita continuerà a sanguinare”.
La vulnerabilità non dipende solo dalla grande maggioranza numerica delle donne nella professione.
Entrano in gioco fattori relazionali, culturali e clinici:
De Palma sintetizza: “Le infermiere sono esposte perché incarnano la parte più relazionale, empatica e continua dell’assistenza. È lì, nel cuore della cura, che la violenza trova il varco”.
Nursing Up chiede interventi vincolanti, omogenei e nazionali:
“Non chiediamo promesse, ma atti concreti – conclude il peresidente Nursing Up -. Le donne della sanità non possono più essere lasciate sole. Difendere le donne che curano significa difendere la sanità stessa. Se crolla la sicurezza di chi cura, crolla il Paese. È il momento di intervenire davvero”.
Redazione InfoNurse
Fonte: Nurse Times
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