Diffida FIALS: ”troppi operatori sanitari contagiati in Ausl Imola”

Riceviamo e pubblichiamo la diffida della FIALS provinciale di Bologna, riguardante il numero troppo elevato di operatori sanitari contagiati da Covid-19 in Ausl Imola ed in particolare nel reparto COVID – dedicato del quarto piano del Santa Maria della Scaletta

“Più volte, la scrivente Organizzazione Sindacale, ha denunciato la carenza di personale infermieristico e tecnico oltre la carente dotazione di dispositivi di protezione individuale idonei alla lotta al covid-19 in Ausl Imola e lo ha fatto attraverso numerose missive e diffide indirizzate ai vertici che amministrano la sanità’ pubblica nel circondario.

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Salgono a circa 26 gli operatori sanitari contagiati in Ausl Imola su circa 240 tamponi effettuati di cui 13 positivi solo nel reparto COVID del quarto piano, un numero che ci preoccupa molto e che fa pensare che non si sia fatto abbastanza per proteggere e mettere in sicurezza gli operatori sanitari.

Questi numeri hanno confermato un allarme che il Sindacato aveva già lanciato: percorsi protetti non rispettati e soprattutto pazienti sintomatici e inizialmente negativi ricoverati nei reparti e poi riportati in isolamento perché positivi al secondo tampone.

Se consideriamo che non tutti gli operatori sono stati sottoposti a tampone, allora il numero di operatori sanitari positivi al coronavirus va rivisto al rialzo.

La denuncia del sindacato FIALS non è fatta “su quanto sentito o letto” ma perché vissuto sulla pelle dei dirigenti sindacali stessi, che, lo ricordiamo, innanzitutto sono lavoratori impegnati in prima linea e qualcuno anche in quarantena o positivo. In una pandemia prima bisognerebbe salvaguardare gli operatori sanitari, invece linee guida palesemente errate sulle quali sono state costruite procedure ancora più sbagliate hanno permesso e permettono tuttora la decimazione degli operatori sanitari. Ci arrivano denunce di colleghi a tutte le ore del giorno. Denunce di dispositivi di sicurezza non adeguati o assenti, oppure presenti ma “da usare con parsimonia”.

Non possiamo accettare una situazione del genere. Rimarremmo volentieri a casa anche noi, ma non possiamo, dobbiamo uscire da casa e recarci nei reparti Covi (nel senso di covi di virus), per 6, 8, 10 e anche 12 ore consecutive.

Non si può pretendere di far indossare i dispositivi di protezione solo in presenza di casi sospetti o conclamati di coronavirus quando, sin dai tempi dell’epidemia nella sola Cina, si è a conoscenza che possono esserci anche delle positività asintomatiche trasmissibili.

Non si può pensare a coordinatori infermieristici che si ingegnano per costruire mascherine che, al massimo, potrebbero essere utili per carnevale. Non si può accettare di sentirsi dire di riutilizzare le mascherine monouso magari sanificando la visiera. Il monouso è tale proprio perché si deve utilizzare una sola volta.

FIALS non ci sta. Alla fine di tutto questo qualcuno ci dovrà spiegare e, se ci sono stati errori, né dovrà rispondere.

Serve personale per sostituire chi è contagiato, nella fase iniziale della crisi da Covid-19, alle carenze croniche si è ovviato “spegnendo” attività ambulatoriali e chirurgiche e spostando il personale nei reparti sotto pressione, a partire dalle terapie intensive. Adesso, è necessario mobilitare altri infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di radiologia medica, non bastano quelli sin ora chiamati, risultano insufficienti, serve uno sforzo ulteriore, numeri importanti non solo per coprire i colleghi assenti, ma anche perché è necessario garantire momenti di stacco, il personale e’ stato
precettato e sono saltati tutti gli schemi, con riposi e ferie bloccate, le carenze vanno risolte a monte e non è possibile doverle rincorrere durante un’emergenza così.

FIALS ha già chiesto due tipi di indennizzo, il primo di tipo risarcitorio, per il lavoro svolto dagli operatori sanitari dall’inizio dell’emergenza e il secondo, di integrazione dello stipendio. Ma è necessario anche somministrare a tutti il test per accertare l’eventuale positività al Covid-19, per lavorare in sicurezza, ma non solo.

Fials diffida l’Azienda Sanitaria di Imola a rispettare le disposizioni di cui al D.lgs. n. 81/2008 e all’art. 2087 c.c. in materia di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, mettendo a disposizione di tutti gli operatori in servizio nelle proprie strutture, i necessari DPI per garantire la loro l’incolumità, con avviso che in difetto saranno intraprese le opportune iniziative legali a tutela dei propri iscritti, ivi incluse le dovute segnalazioni all’Autorità giudiziaria e ai competenti servizi ispettivi del lavoro.

Redazione InfoNurse

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Antonio Russo

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