Coronavirus: esposto Migep ai prefetti di tutta Italia

Di seguito il testo integrale, inviato anche a presidente della Repubblica, presidente delle Camere e ministro della Salute.

Premesso che l’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di contagiati dalla pandemia di COVID 19, che mancano i DPI per il personale Oss – Asa- Osa e altre figure sanitarie operante in condizioni di emergenza epidemiologica nelle varie strutture Asl, servizi domiciliari, strutture private, RAA, RSA, comunità, assistenza didattica.

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Egregi On.li, Egregi Prefetti
Le scriventi Shc OSS – Federazione Migep in qualità di responsabile nazionale e rappresentante legale a nome e per conto, anche, dei singoli responsabili regionali e aziendali presenti in molte regioni, in considerazione delle numerose segnalazioni di molti lavoratori che ci  stanno chiedendo aiuto in merito alle pericolose condizioni lavorative che stanno vivendo durante l’attuale emergenza epidemica da “coronavirus”, stiamo invitando le varie strutture ad adottare tutte le precauzioni  per contenere la diffusione del  covid 19, e per far rispettare  i DL emanati  affinché vengano disposti verso tutti gli operatori i dispostivi di protezione.

Questo non basta, poiché molte strutture nascondono il contagio, ignorando gli inviti, venendo a mancare da parte delle strutture la sicurezza  sul lavoro, abitativi e famigliari, mettendo a  rischio la salute di tutti i lavoratori e ospiti/malati facendo aumentare i contagiati, negando di fatto il dlgs 81/2008 (esposizione a rischi biologici) dove il personale lavora incessantemente per far fronte all’emergenza venendo quotidianamente in contatto con pazienti infetti e potenzialmente infetti.

Di fronte ai richiami dell’Europa e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di dare peso alle competenze specifiche, di ascoltare la scienza, in Italia si stanno mandando infermieri, oss, asa, osa, inf. Generici, Puericultrici, medici in trincea nella totale penuria di dispositivi e senza testare l’eventuale positività al virus, esponendo i professionisti e la popolazione a un intollerabile rischio di diffusione del contagio. Inoltre, bisogna istituire interventi domiciliari sostitutivi per aiutare le famiglie che non riescono a farsi carico assistenziale e sanitario dei loro cari

Alcune strutture chiudono, i dipendenti vengono lasciati a casa senza stipendio per la riduzione di assistenza domiciliare negando il processo di riorganizzazione o crisi aziendali per i quali non è previsto il completo recupero dei livelli occupazionali. Posto che non pare alla scrivente che l’art. 19 del Decreto Legge n. 18 del 17/3/2020 tuteli gli operatori socio sanitari dipendenti di cooperative sociali.

Questi interventi dovrebbero rispondere ai criteri di urgenza, indifferibilità e necessità, poiché sta diventando un potenziale di focolai per le caratteristiche di vulnerabilità e fragilità di utenze spesso compromesse da patologie debilitanti e per l’impossibilità delle stesse di osservare prescrizioni autoprotettive.

Occorre valutare la realtà di tutte le strutture assistenziali, è assolutamente indispensabile garantire la sicurezza di TUTTO il personale sanitario e cittadino, è quindi opportuno intraprendere un’azione di screening per il contagio che riguarda tutto il personale sanitario e socio sanitario, benché asintomatico; identificare anche in questo caso i soggetti portatori e metterli in quarantena a casa fino al momento della loro negativizzazione.

Questo tipo di approccio ridurrebbe sia il rischio della potenziale diffusione di contagi tra gli stessi operatori, e tra i malati. Finora è stato fatto espresso divieto di effettuare tamponi su persone asintomatiche e non sono disponibili le risorse necessarie e talora anche i laboratori non sono attrezzati per fare queste indagini. Le pause di riposo sono molto importanti, ancora di più in momenti come questo, poiché la fatica può portare a errori e aumentare il rischio di infezione. Il datore di lavoro ha il dovere di garantire che il personale possa fare pause regolari e monitorare l’orario di lavoro per prevenire l’insorgenza di affaticamento mentale e fisico. Indossare indumenti protettivi per lunghi periodi può essere scomodo e caldo, quindi, oltre alle pause di riposo, è anche importante che il personale si mantenga idratato.

Oggi il Governo chiama tutti ad avere quei valori importanti, in una realtà che stiamo vivendo e della sfida cui siamo chiamati, questi operatori sociosanitari e sanitari si trovano in notevole disagio a causa della gestione disordinata, caotica e nebulosa  anche per la mancanza di  assunzioni di personale OSS.

E’ disatteso il Dl 14/2020 attuando assunzioni attraverso agenzie di lavoro interinale che sono dislocate in altre regioni e che reclutano personale da adibire negli ospedali fuori regione, a tale proposito ci si domanda:” perché indire un concorso per carenza di personale? Perché le Asl in questo momento non assumono da queste graduatorie o da chi si mette a disposizione?” questo ci fa molto pensare a un giro di soldi non da poco.

Gli ospedali sono al collasso per carenza di personale, di posti letto, come anche le forze dell’ordine donne , uomini stanno rischiando la loro vita per dare aiuto con un atto di grande responsabilità verso l’intera Nazione. Abbiamo diffidato i Governatori, gli Assessori alla sanità, il Ministro alla salute affinché ci sia più controllo, più tutela, più assunzioni di oss , dispositivi dpi e i gel igienizzanti fondamentali per lo svolgimento delle attività lavorative quotidiane. Un Abbandono che li sta seppellendo vivi.

Egregi Prefetti gli operatori socio sanitari e sanitari si sentono abbandonati da un sistema che continua a sfruttare il personale, un sistema sordo che nega anche i tamponi agli operatori che lavorano in corsia, nelle strutture residenziali, ambulatori a stretto contatto con i pazienti, per ridurre i costi, mascherine che vengono date a contagocce poiché chiuse in armadietti dai responsabili e caposala. Ci arrivano segnalazioni da molti operatori oss, osa, asa cui sono negate le mascherine e che se utilizzano le proprie vengono minacciati di licenziamento, oppure che si sentono dire “si costruisca una mascherina con la carta da forno, o con i lenzuolini verdi delle medicazioni” “il fai da te”, oppure vengono lavate e riutilizzate; alcuni sono costretti per settimane a usare sempre la stessa, o leggere nei vari comunicati di struttura che indicano che se sarà disponibile visiera e FPP2, saranno solo consegnate a medici e infermieri. Mancano mascherine anche a chi fa assistenza domiciliare.

Le scriventi chiedono una cordiale attenzione e intervento urgente delle S.V. in tutte le regioni presso tutti gli enti sopra citati, al fine che sian applicate le norme di tutela  ad evitare ulteriore contagio, inoltre, si chiede di far disporre  interventi di sanificazione, igienizzazione di tutti i locali utilizzando personale preposto a ciò, senza distogliere gli oss dall’assistenza dei pazienti/ospiti. Tutti gli operatori  vengano dotati di tutti gli strumenti di protezione per tutelare sia la propria salute, quella dei loro famigliari, sia quella degli ospiti che devono accudire, la maggior parte dei quali non sono autosufficienti e che vengano effettuati tamponi se pur asintomatici. Siamo veramente amareggiati: è come andare in guerra con un temperino contro una mitragliatrice

Diffida attraverso i Vostri organi
Gli enti, e aziende sanitarie destinatarie della presente, devono far rispettare le disposizioni di cui al dlgs 81/2008 e art 2087 c.c. e le normative 2020 emanate dal Governo in materia di tutela  della sicurezza sui luoghi di lavoro, in modo che mettano a disposizione di tutti i lavoratori nelle proprie sedi, i necessari DPI per garantire la loro incolumità, con avviso che in difetto saranno intraprese le opportune iniziative legali a tutela di tutti i lavoratori, ivi le dovute segnalazioni all’autorità e ai componenti servizi ispettivi del lavoro.

Redazione InfoNurse

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