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L’appello di un’oss a Speranza: “Non si dimentichi di noi invisibili”

Di seguito la lettera inviata al ministro da Rosa Della Ventura, operatore socio-sanitario dell’Aorn di Caserta, per chiedere che l’impegno profuso in questi mesi sia premiato con un contratto “vero”, in modo da conservare il posto di lavoro.

Egregio Ministro Speranza,
comprendo che, vista l’emergenza Covid-19 che sta fronteggiando, di lettere e richieste d’aiuto in questo periodo ne riceverà tantissime. Mi accodo anche io per chiederLe di porre la dovuta attenzione a una figura professionale non ancora riconosciuta a pieno, ma che affianca sempre più intensamente l’infermiere nella gestione e nella cura del paziente: l’operatore socio-sanitario. Una fascia di lavoratori così esposti in questo periodo al rischio contagio Covid-19 da essere stati in tanti contagiati sul lavoro.

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Ecco, io sono un operatore socio-sanitario. Come i miei colleghi, molti infermieri, tecnici, assistenti e altre categorie di lavoratori, lavoriamo da anni nell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Mi chiamo Rosa Della Ventura, sono una delegata Cisl, abito a Maddaloni, in provincia di Caserta. Una provincia che da più di 20 anni non espleta concorsi. L’unico che l’Asl di Caserta abbia pubblicato in Gazzetta Ufficiale per la nostra figura professionale è stato bloccato da i vincitori e idonei dei concorsi espletati a Napoli.

Le chiedo: è possibile che in una Provincia di 104 Comuni, dove i lavoratori da anni svolgono il proprio lavoro con contratto a termine, cooperative e interinali non possano avere la possibilità di partecipare a un concorso sul proprio territorio, solo perché le indicazioni regionali della Campania sono per lo “scorrimento delle graduatorie”? Pe noi è inaccettabile, disumano, utilizzare questa tipologia di lavoratori senza poi dare loro la possibilità di un riscatto concorsuale. Pur tentando concorsi fuori regione, subiamo un’altra beffa: La Legge Madia non ci riconosce punteggio o eventuale riserva concorsuale. Lo ripeto: per noi non è giusto.

Ci definiscono “invisibili”, perché l’invisibilità è comoda a tanti. La mia preghiera è che Lei non dimentichi noi lavoratori che per anni abbiamo garantito i Lea e che, in silenzio, abbiamo svolto nel migliore dei modi le nostre mansioni, anche e soprattutto in emergenza Covid-19. Un’emergenza che ha segnato un popolo intero, ma che speriamo possa anche portare a una consapevolezza maggiore nei confronti della nostra categoria, con l’impegno di promuovere una modifica alla Legge Madia per tutti noi “lavoratori invisibili”. Le chiedo la possibilità di poterLa incontrare, quando Le sarà possibile, per fornirLe ulteriori dettagli.

Redazione InfoNurse

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