Primo maggio: non c’è nulla da festeggiare per infermieri e personale sanitario

Il primo maggio…ma il personale sanitario, è considerato personale lavoratore? Oggi primo maggio, mentre molti scendono in piazza, manifestano, vanno ad assistere a comizi e concerti, ci sono dei lavoratori, agli stessi concerti e comizi, che sono là per lavoro, vale a dire per assistere e custodire chi potrebbe avere problemi di salute. Non sto parlando di angeli custodi, ma di professionisti sanitari, impegnati nel soccorso, con le ambulanze. 

Il primo maggio si celebrano i lavoratori, ma io voglio ricordare ed enfatizzare quei colleghi, che pur avendo famiglia affetti come chiunque altro, sono in servizio a salvaguardare la salute dei cittadini. 

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Il primo maggio nasce sul ricordo di un evento infausto.  Spesso ci si distrae dal significato c’è ragione di ricordare il primo maggio, un giorno che dovrebbe essere dedicato al ricordo ed alla riflessione. 

Il primo maggio nasce dalla storica tragedia della rivolta Haymarket, a Chicago nel 1886. Fù un maggio di fuoco, dove si susseguirono numerose proteste di lavoratori che pensate un po’, avevano come obiettivo prioritario, portare l’orario di lavoro dalle 12 o 16 ore a 8 ore. Dopo mille peripezie e faticosamente, l’ambito obiettivo venne raggiunto. 

Ovviamente il pensiero mi va’ al personale sanitario, del Lazio e non solo, che in modo consueto lavora 12 ore per turno, spesso in assenza di cambio è costretto a rimanere in servizio, nonostante un turno, estenuante, terminato. 

Quello stesso anno generò morti sia dalla parte dei lavoratori, che dalla parte delle forze dell’ordine, fu difficile stabilire chi iniziò, tra gli attivisti e le forze di polizia a fomentare gli atti lesivi, che portarono anche ai decessi. Alcuni attivisti vennero prima condannati a morte, successivamente all’ergastolo, senza che ci fosse la certezza del responsabile dell’autore del lancio dell’ordigno. Il 3 maggio, ad esempio, dei manifestanti, riuniti davanti alla fabbrica McCormick vennero attaccati dalla polizia senza motivo.

La sentenza non spaventarono gli operai, ma indignarono gli operai di tutto il mondo ed i condannati vennero ribattezzati “Martiri di Chicago”. Morendo, August Spies, uno dei condannati disse: “Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che strangolate oggi”.

Il 1° maggio 1886, tutto ebbe inizio, l’argomento era molto sentito, i cittadini/lavoratori credevano molto nei sindacati, non era un caso che proprio in quell’epoca nacquero Sacco & Vanzetti. Due emigranti Italiani, condannati a morte, per l’omicidio di un contabile, ..ma sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all’epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoghese Celestino Madeiros, che li scagionava. Nella realtà si pensa e pensava, dal momento che attivisti sindacali, in un’epoca di lotta dura della classe operaia, Sacco & Vanzetti erano fortemente scomodi. Ora, fortunatamente non rischiamo più la pena di morte, ma spesso è piuttosto faticoso. 

Il primo maggio divenne ufficiale, in Europa, dal 1889, esattamente a Parigi, con un incontro di un coordinamento dei maggiori sindacati e partiti politici. Il 1° maggio in Italia, essendo i soliti tempisti, fu riconosciuto come festa nel 1891. 

Tutta la premessa, per dire che sono convinta che il significato del primo maggio sia fortemente sottovalutato. La giornata internazionale dei lavoratori deve essere una celebrazione, in cui ci si batte per: 

• un lavoro dignitoso; 

• una retribuzione equa, vale a dire: 

o stipendi veri, non mascherati da rimborsi spese, com’è successo con le ambulanze, benché sovvenzionate dalla regione Lazio;  

o l’abolizione dell’uso delle finte partite IVA, per rapporti di lavoro, tutt’altro che libero professionali.

o Un tetto di retribuzione minimo, secondo cui le istituzioni e/o i sindacati possono intervenire, denunciando, d’ufficio, se il lavoratore fosse ricattabile. Le colf e badanti hanno una retribuzione minima sotto il quale non si può andare. Abbiamo colleghi che “progetti garanzia giovani”, patrocinati dalla stessa regione Lazio, percepivano 1 o 2 euro l’ora, dovevano pagarsi l’iscrizione ad una cooperativa, e pagarsi uno pseudo corso di formazione da 450 euro, nonostante la laurea e l’esame all’ordine, abilitanti alla professione. 

• un orario dignitoso di lavoro, con adeguati e doverosi periodi di riposto e/o astensioni dal lavoro; 

• un lavoro adeguato al profilo senza demansionamento per assenza di figure di supporto, che solo infermiere ed ostetriche hanno il dovere di compensare;

• servizi sociali di supporto, anche aziendali, così che tutte le donne, soprattutto, possano partecipare alla vita lavorativa, senza condizionamenti. 

• Le politiche a tutela delle famiglie debbono comprendere anche il personale sanitario, che tra l’altro deve lavorare anche di notte e nei giorni festivi. Nella vicinissima Francia, una famiglia che cresce, ha diritto allo sconto del 50% di tasse, all’asilo nido pagato. 

• Il lavoro usurante deve essere riconosciuto anche sulla base di dati oggettivi che nessuno si prende la briga di rilevare. Non è lo stesso, ad esempio, essere diabetico e ospedaliero, anche se esentato dalle notti, …ed essere impiegato del catasto o del comune. 

• Un ambiente di lavoro sicuro e senza rischi di aggressioni e/o violenze.

• La nostra professione deve diventare appetibile e degna di stima. 

• L’esperienza deve essere valorizzata e apprezzata, al momento viene considerata meno di nulla.

• Nel privato sarebbe fantastico vedere un unico contratto comune, così come succede nel pubblico impiego. 

Il senso del primo maggio continua ad essere sminuito. Il 1° maggio è la Giornata internazionale dei lavoratori, anche sanitari. In questo giorno, in molti Paesi del mondo si celebrano le conquiste dei lavoratori e si marcia nelle strade per chiedere salari equi e migliori condizioni di lavoro.  …ma stiamo ancora discutendo delle stesse e vecchie annose problematiche. 

Abbiamo bisogno della Giornata internazionale dei lavoratori? …ma gli infermieri sono lavoratori? Le ostetriche sono lavoratrici? …e così via tutti gli altri, nell’ambito sanitario, sono lavoratori? 

Abbiamo avuto anni di blocco del turnover, i piani assunzionali sono risibili, i concorsi giacciono senza cenni futuro; altri concorsi vengono annullati come il concorso unificato di Latina, Frosinone e Viterbo, nonostante i costi sostenuti dagli aspiranti. Nei fatti si è fatto cassa sugli aspiranti concorrenti, dal momento che 13.000 concorrenti, verosimilmente, avevano fatto bonifici per 10 euro a testa. 

La Giornata internazionale dei lavoratori è una celebrazione delle persone che lavorano e un giorno in cui ci si batte per un lavoro dignitoso e una retribuzione equa

Nonostante le azioni intraprese, nel corso di molti anni, le tutele che chiediamo per i professionisti sanitari, le richieste languono, anche i professionisti sanitari dovrebbero avere diritti e tutele fondamentali. I salari minimi ci dicono potrebbero rappresentare un pericolo, un rischio di ingessamento delle retribuzioni, mentre le retribuzioni ad 1 o 2 euro puntualmente segnalate tramite mass media, dal momento che “resi leciti” sono un successo di chi?

Un giorno vorrei poter celebrare i sono limiti all’orario di lavoro, in modo concreto e reale, dal momento che anche i professionisti sanitari hanno una famiglia, impegni personali e soprattutto diritti. Durante la pandemia abbiamo dovuto scrivere ed enfatizzare la necessità del riconoscimento del Covid come infortunio sul lavoro. Nel principio mi venne detto che non era necessario, proprio da un “funzionario” INAIL, dal momento che avevamo diritto all’assistenza sanitaria. 

Negli ultimi anni, le condizioni di lavoro, che avremmo voluto migliori, sono peggiorate, una crisi globale imbarazzante. 

Il decreto Madia, che poteva rappresentare un baluardo per le stabilizzazioni e le assunzioni in ruolo, dopo il blocco del turnover, è diventato un tetto insormontabile, che impedisce il rinnovo dei contratti a lavoratori precari. Colleghi che hanno acquisito esperienza, in pianta organica già esigua, che dal momento che precari, vengono mandati a casa senza alcun rispetto o tentativi di stabilizzazione. 

Molti sanitari vengono sfruttati, in modo disumano, dalle aziende sanitariespesso vantandosi, in modo falso, di rappresentare una squadra che lotta per un ambiente sanitario dignitoso ed empatico, il tutto nell’interesse del “povero paziente”! …ma il paziente non trova alcun giovamento quanto i professionisti sanitari vivono male l’ambiente di lavoro.  I diritti dei pazienti non confliggono con i diritti dei professionisti sanitari! 

Concludendo, non dimentichiamo il significato del 1° maggio, è importante per tutti noi.

Laura Rita Santoro

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